Home
 
AISLES Hawaii Presagio Records 2016 CHI

Non è da tutti avere a disposizione quasi un’ora e mezza di musica nuova di qualità a disposizione per riempire un nuovo album. I cileni Aisles giungono all’appuntamento con la quarta prova discografica con un forte carico di ispirazione e arrivano a proporci un doppio cd stracolmo di idee. I due dischetti sono presentati in una confezione cartonata apribile in tre parti, con un bell’artwork e che già rappresenta un interessante biglietto da visita. Ma l’importante, si sa, sono i contenuti musicali e bisogna dire che il sestetto sudamericano, per l’occasione, ha davvero dato il meglio di sé, arrivando, probabilmente, alla prova della piena maturità.
L’inizio è abbastanza classico, con “The poet part I – Dusk” e “The poet part II – New world”, che spingono subito verso un new-prog agile e vicino ai Pendragon. Si parte quindi con una proposta epica, suggestiva, caratterizzata sia da spunti strumentali sognanti, con i soliti cambi di tempo e senza perdere di vista l’impatto immediato. L’indirizzo resta principalmente questo, con il gruppo che non ama certo le contorsioni e che solo di rado si spinge verso suoni leggermente più duri. Così, durante l’ascolto, si susseguono echi di Marillion e di Pink Floyd, episodi non distanti da quegli elementi melodici cari ai Barclay James Harvest, spunti onirici di space-rock, passaggi di grande eleganza dove il pianoforte va in primo piano. Il mood è spesso malinconico e contribuisce indubbiamente a dare ulteriore fascino al lavoro dei musicisti. Manca un po’ di originalità, ma al di là di questo che è un difetto comune alla stragrande maggioranza di gruppi in circolazione, è praticamente impossibile trovare note dolenti in “Hawaii”.
Nella track-list si segnalano alcuni pezzi da novanta su cui ci fa piacere soffermarci un po’ più approfonditamente. “Upside down”, con una base dettata dal piano che guida il brano nella sua interezza, è ricca di una dinamica affascinante, alternando momenti delicati ad accelerazioni e sviluppi di maggiore intensità che portano anche a intriganti guitar-solos. Bellissima anche “Terra”, posta in apertura del secondo dischetto, che con otto minuti passa con maestria da un incipit acustico e pacato, un po’ à la Anthony Phillips, ad una sorta di inno coinvolgente. Su tutti, però, spicca in particolar modo “CH-7”, una gemma luminosa che chiude il primo cd, con dodici minuti e mezzo di egregio rock sinfonico, carico di pathos e con gli ultimi cinque minuti interamente strumentali che sono un crescendo di emozioni grazie ad un tema indovinato e agli intrecci e agli spunti solistici di tastiere e di una chitarra splendidamente hackettiana.
Con oltre un’ora e venti minuti di buona musica e attraverso un concept post-apocalittico che narra di vicende su colonie spaziali, “Hawaii” fa toccare agli Aisles vertici mai raggiunti prima con i suoi pur validi predecessori.


Bookmark and Share

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

AISLES The yearning 2005 
AISLES 4:45 AM 2013 

Italian
English