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DHVANI First time on this planet Buridda 2016 ITA

All’ombra dei vicoli genovesi sotto l’influenza di realtà occulte consolidate come Black Widow e Bloodrock Records periodicamente si formano gruppi più o meno meteoritici che riescono a dire e suonare in maniera anche imprevedibile cose piuttosto interessanti ed intriganti, come questi nuovi Dhvani, trio acido il cui impegnativo nome (tradotto dal sanscrito significa risonanza, suggestione) è ispirato all’opera del poeta indiano Anandavardhana, “Dhvanyāloka” (La Luce Della Risonanza). Nati nel 2013 da un comune interesse per la cultura psichedelica e trascorso un periodo di assestamento tra attività live sporadiche e una demo di passaggio, i Dhvani offrono la loro prima prova ufficiale con questo EP di ventisei minuti “First Time On This Planet”, contenente cinque brani interamente strumentali dalle sonorità piuttosto ruvide e dilatate. L’attitudine di Dhvani si pone a metà strada tra l’acid-stoner rock ed uno space rock dalle fosche tinte kraut e con sfumature progressive color cremisi, anzi “Red”, vista la vicinanza con certe sonorità di quel periodo dei King Crimson: le atmosfere si alternano tra passaggi piuttosto plumbei e più ariose divagazioni da jam band psichedelica, in cui Alessio “Fuzz” Caorsi mostra di essere chitarrista di buon talento a suo agio tra infuocate distorsioni elettriche e più rilassate e lisergiche improvvisazioni. Fortunatamente “First Time On This Planet” non ha troppe pretese vintage e dimostra di essere un disco abbastanza contemporaneo pur mantenendo ben salde le sue radici più storiche; il tono volutamente compassato e fumosamente intorpidito trasmette piacevoli suggestioni ambivalenti di pace interiore alternate a più minacciose visioni cosmiche, quest’ultime evocate specialmente nei passaggi più heavy (ma non troppo) ed inclini ad una sorta di doom psichedelico che si trasmutano comunque in celestiali jam session. Come EP d’esordio, prodotto dignitosamente dal centro sociale genovese “Buridda”, con un bel cd nero vinile,“First Time On This Planet”mi sembra più che soddisfacente egli sviluppi sono promettenti, è già pronto infatti uno split a 33 giri con i tedeschi Spacelords, prodotto dalla savonese Vincebus Eruptum Recordings…


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Giovanni Carta

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