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PAOLO SIANI FEAT. NUOVA IDEA Faces with no traces Black Widow Records 2016 ITA

Paolo Siani torna a pubblicare un album a sei anni di distanza dal precedente "Castles, wings, stories and dreams", tramite il quale aveva rispolverato il nome Nuova Idea associandolo al proprio ma di fatto realizzando un album solista. Come in precedenza, anche questa volta sono presenti vari ospiti, alcuni dei quali appartenenti al passato dello storico gruppo, per cui l'utilizzo del nome "Paolo Siani feat. Nuova Idea" è del tutto appropriato.
Per quanto riguarda la musica, il discorso è differente, dato che il legame con la passata produzione dei Nuova Idea non è certamente stretto. Non che la cosa sia un problema, il disco ha i suoi meriti indipendentemente dal background storico e presenta un certo grado di originalità, evidente da subito nell'iniziale "No one's born a hero", il cui intro è costruito su un'evocativa melodia suonata col duduk, splendido ed antico strumento a fiato della tradizione musicale armena riconosciuto dall'Unesco come patrimonio orale dell'umanità. La successiva sezione del brano è una ballata basata su chitarra e voce, con il testo in inglese (lingua usata in tutto l'album) che rivisita in chiave fantasy il racconto biblico di Davide e Golia. Il disco si sviluppa in una successione di brani dal sapore rock, tutti aventi qualche caratteristica distintiva e arrangiati in maniera abbastanza diversificata. "Welcome aboard" è basata principalmente sulle tastiere alternate agli impasti vocali, il tutto su un giro di accordi semplice ma efficace. La voce di Roberto Tiranti caratterizza il brano, ed è un segno distintivo del disco insieme a quella di Paul Gordon Manners, musicista inglese che vive in Italia dagli anni settanta e che ha fatto parte per qualche anno dei Cugini di campagna. "Black angel's claws" inizia in maniera lenta e meditativa con la voce accompagnata da pochi accordi di tastiera, per alternare poi parti di chitarra distorta che diventano prevalenti nel finale, pur mantenendo una struttura molto melodica. Le carte vengono scompigliate nella successiva "Free the borders", una sorta di ritmato brano etno-pop che sovrappone ad una struttura semplice e squadrata alcune melodie orientali e alterna in seguito sezioni progressive più lente, con tanto di suoni di mellotron a fare da base per le parti vocali. Un ruggente organo Hammond introduce "Rockstar", un brano di classico hard rock tendente al metal (soprattutto per la voce di Tiranti) che scorre senza grosse variazioni, la cui parte musicale non troppo interessante e scollegata dal resto dell'album è affiancata dall'ironia del testo, anch'esso piuttosto al di fuori della seriosità generale delle liriche, avente come protagonista una star del rock afflitta dall'incubo ricorrente di far scappare le groupies a causa del suo alito. "Post war saturday echo" è una cover dell'omonimo brano dei Quatermass risalente al 1970, riproposta in una versione piuttosto fedele e senza troppe sorprese. "Three things" è uno dei brani più interessanti del disco, sospesa com'è tra atmosfere progressive ed elettroniche, mentre la conclusiva "Ériu" è un bel brano strumentale che rende omaggio alla musica celtica, basato inizialmente su archi, flauti e percussioni e poi su una lunga danza con gli strumenti acustici accompagnati da quelli elettrici.
Il cd include alcuni bonus: il video del brano "Three things" e due remix di "Black angel's claws" in versione elettronica con suoni e atmosfere molto moderni curati dal dj Leeroy Thornhill, noto per aver fatto parte della formazione dei Prodigy che negli anni novanta scalò le classifiche mondiali con la sua musica techno-rave.
"Faces with no traces" è un album quantomeno curioso, non troppo omogeneo ma interessante da ascoltare, con composizioni mediamente di buona qualità e delle scelte artistiche in alcuni casi insolite. Lo definirei, in una parola, eclettico. Ci sono tanti ospiti, tra i quali Ricky Belloni, Marco Zoccheddu e Giorgio Usai a dare un senso compito all'uso del nome Nuova Idea. C'è Carlo Marrale alla chitarra, un coro femminile di quaranta elementi e tanti altri musicisti che contribuiscono ad accrescere la varietà del lavoro. Ho l'impressione che Paolo Siani abbia pensato e realizzato l'album con l'intento di dar sfogo alla propria creatività, in maniera indipendente da mode e generi musicali. Per quanto mi riguarda, questo è un valore aggiunto non di poco conto.



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Nicola Sulas

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