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PERSPECTIVES OF A CIRCLE Masks, faces, whispers autoprod. 2015 ITA

Doverosa premessa: quando cinque ragazzi appena ventenni, italiani (ben sapendo più o meno cosa va per la maggiore presso le nostre radio e tv), si dedicano ad un genere “vecchio” come il progressive, non possiamo che applaudirli e sostenerli. Detto questo, i “Perspectives Of A Circle” (dopo vari cambi di line up e di nome) oggi sono: Lorenzo Corsi (voce, flauto, chitarra acustica ), Tommaso Calemme (tastiere e voce), Lorenzo Politi (chitarre e voce), Vittorio Pagano (basso) e Francesco Marchetti (batteria e voce) .“Masks, faces, whispers” rappresenta il loro album d’esordio uscito nel 2015. Un lavoro che non disdegna le tinte color pastello, che “flirta” con lo heavy (mai eccessivo), che sposa le atmosfere dilatate di floydiana memoria ma sfocia anche in momenti elettro-acustici piuttosto seducenti. Tutto ciò può essere visto come la doverosa ricerca verso una direzione musicale personale ma anche come incertezze su come focalizzare al meglio il flusso di idee musicali sin qui affiorate. Probabilmente la verità sta nel mezzo e se è indubbia la voglia di fare (ma non di strafare), stiamo comunque parlando di un gruppo giovane, all’esordio e non certo “scafato”, quindi le ingenuità sono senz’altro più che giustificate. L’album è diviso in 10 tracce (compresi due strumentali) con liriche in inglese con l’eccezione della delicata “La scala che scende”, bel brano dalle atmosfere sognanti. Tra i pezzi migliori l’energico incedere di “Whispers” con la buona interazione tra chitarra elettrica e tastiere, un bel punch ritmico e gradevoli idee melodiche. Valide anche le due sezioni di “Waves rolling down the hills”: la prima con importanti saliscendi sonori ed impreziosita da un pacato uso del flauto. La seconda più incentrata sulle tastiere di Calemme (che ha scritto il brano e che qui si disimpegna pure al canto) e dalle atmosfere più rarefatte, anche se l’autore non si lascia scappare l’occasione per un bel “solo” finale. Segnaliamo, per finire, lo strumentale (anche se è presente una breve sezione parlata) iniziale “One” che affascina per i suoi sentori bucolici sottolineati dal flauto e da una discreta chitarra. Non mancano dei momenti di empasse qua e là e non sempre convince in cantato (anche se funzionale alle trame strumentali), ma gli aspetti positivi comunque prevalgono in questo discreto esordio. La strada è ancora lunga, ma il tempo è dalla loro parte e se continueranno a lavorare con convinzione i risultati saranno ancora migliori. Diamo loro fiducia perché il prog di domani sarà, crediamo, anche dei Perspectives Of A Circle.



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Valentino Butti

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