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PANTHER & C. Il giusto equilibrio Black Widow Records 2017 ITA

“Il giusto equilibrio” è il titolo del nuovo album dei Panther & C., band genovese attiva da poco più di un decennio, ma che solo un paio di anni fa aveva avuto la chance di pubblicare il sospirato album (il discreto “L’epoca di un altro”). Il nuovo lavoro è un “quasi concept” con i brani legati dal sottile fil-rouge del “giusto equilibrio” cui anela, da sempre, l’essere umano. Cinque brani di prog romantico, dal gusto seventies (ma non troppo), articolato (ma non troppo) con lunghi momenti dominati dalle tastiere di Alessandro La Corte, qualche sprazzo concesso all’elettrica di Riccardo Mazzarini, ritagli importanti dedicati al flauto di Mauro Serpe (migliorato anche nell’interpretazione vocale; la line-up è poi completata da Giorgio Boleto al basso e dalla new entry Folco Fedele alla batteria). Insomma, ce n’è abbastanza da accontentare i fan che sentono la nostalgia dei primi Genesis, della PFM, del Banco.
Su tracce “genesisiane” è “Oric”, dolce bozzetto acustico con chitarre arpeggiate, soffici tastiere ed il flauto che ben mette in evidenza i motivi principali del brano. “Fuga dal lago” è un piacevolissimo ed arioso strumentale, tra chitarre incisive ed aperture sinfoniche ricorrenti: un “bignami” di prog romantico di sicuro effetto. Altre due lunghe tracce meritano un plauso: “L’occhio del gabbiano” e la title-track. In entrambe le composizioni la band confeziona brillanti passaggi strumentali in cui si inseriscono bene le liriche in italiano interpretate da Serpe. Non dimentichiamo, per finire, “…e continua ad essere” (che apre il lavoro), un buon punto d’incontro tra i Genesis storici ed il new prog con grandissima attenzione all’aspetto melodico. Nulla di innovativo, ma il sano gusto di creare o ricreare il sound che i componenti dei Panther & C. tanto amano (anche per averlo vissuto, in qualche caso, in prima persona), senza troppi compromessi di “mercato”.
Per quel che ci riguarda si tratta di un album di piacevole ascolto ed un deciso passo in avanti qualitativo rispetto all’esordio. Una formazione non di “giovincelli” in prospettiva, ma caparbia, di buona personalità, che crea con gusto una musica, magari fuori dal tempo ma sempre di grande fascino. Tra ritorni nostalgici di band anni ‘70, giovani talenti pronti ad incalzare i “vecchi”, i Panther & C. si difendono bene e proseguono per la loro strada. Convincendo.



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Valentino Butti

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