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THE RYSZARD KRAMARSKI PROJECT Music inspired by the little prince Lynx Music 2017 POL

Ryszard Kramarski è conosciuto a una parte del mondo Prog per essere il tastierista dei Millenium, band polacca con numerosi album all’attivo e discretamente apprezzata nel Nord Europa ma che personalmente, per quello che ho potuto ascoltare, ho sempre trovato troppo leggera e poco attraente anche per la media della bands new Prog. Per questo suo prima album solista, Ryszard mette insieme un gruppo che comprende membri di altre bands prog connazionali come Moonrise, Loonypark e Another Pink Floyd (una cover band, presumo…). Alla voce c’è Karolina Leszko, uscita fresca fresca da un talent show televisivo, dotata di una discreta ugola.
Per quanto riguarda la musica, non ci sono grandissime novità rispetto a quanto possiamo ascoltare nel suo gruppo principale; l’album, come suggerisce chiaramente il titolo, è ispirato dal libro di Antoine de Saint-Exupéry, presentando 8 canzoni equamente suddivise tra “somewhere in the universe” e “somewhere on the earth”, raggruppamenti tematici di cui i lettori del libro non esiteranno a capire il significato.
Dicevo della musica… certamente non lontanissima da quanto propongono i Millenium. Magari questo Project è più sbilanciato… anzi, decisamente sbilanciato, direi, specialmente nella prima delle due parti… su territori floydiani, ovviamente del versante più melodico. La prima parte del CD, su queste caratteristiche, è abbastanza omogenea; la seconda parte invece, pur conservando buona parte delle caratteristiche floydiane, acquista sonorità leggermente più eclettiche, con brani più variegati e sonorità che spaziano, non sempre positivamente, attraverso influenze diverse. Ci vengono alla mente Mostly Autumn, Alan Parsons Project o gli ultimi progetti di Clive Nolan.
Se un brano come “Fox’s Secret” comunque riesce comunque ad infastidirci con una canzone ritmata e noiosamente fruibile, altre canzoni come “In the Garden” e “Five Hundred Million Little Bells” risultano più gradevoli e, se non proprio pregevolissime, riescono quanto meno a non indurci troppo nella tentazione di andare avanti velocemente o di mettersi a fare qualcos’altro (ma è comunque dura…).
Fortunatamente l’album non è troppo lungo e riusciamo a non perdere eccessivamente la concentrazione; si tratta di una musica accettabile e non disturbante come sottofondo, delicatamente piacevole se si lascia scorrere via (a parte l’episodio sopra citato), ma impalpabile e quasi insignificante, a conti fatti.



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Alberto Nucci

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MILLENIUM Millenium 1999 
MILLENIUM Reincarnations 2002 

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