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ENTROPIA The decline of western civilization Eclectic Productions 2013 ITA

Questo disco dei romani Entropia si presenta come una rappresentazione in musica della abbastanza plausibile degenerazione dei costumi della civiltà occidentale, ormai diffusa a livello globale come monolitico modello di sviluppo e di organizzazione sociale; il modello della società dei consumi, contrapposta ad una realtà orientale teoricamente più votata allo spirito ma che, nonostante le proprie peculiarità culturali, ha in molti casi assorbito ed esasperato diverse delle caratteristiche peggiori dell'occidente. Questa fase di transizione che stiamo vivendo globalmente, verso una realtà futura che non appare del tutto ancora sondabile, se non forse in maniera drammatica negli sconvolgimenti climatici, viene così musicata in "The Decline Of Western Civilization", un'immersione verso sordidi e labirintici paesaggi sonori che ci conducono nei bassifondi materiali delle nostre realtà urbane ed in quelli meno tangibili della mente umana: il progetto di Alex "Amptek" Marenga si lega alle sue passate produzioni ambient-elettroniche per espandere il proprio campionario sonoro verso soluzioni ad ampio respiro che inglobano diverse fonti, affiancato da amici come Dr. Lops ai campionamenti e trattamenti digitali, Emiliano Cappelli al basso, il sassofonista Biagio Orlandi ed il percussionista Davide Pentassuglia.
Il suono che scaturisce da questa nuova uscita degli Entropia mantiene costantemente sfumature notturne e nervose, con taglienti interventi di chitarra elettrica dissonante che per l'ampio utilizzo di soundscapes ambientali e di ritmiche sincopate e frenetiche che prendono a pari misura sia dal free jazz che dal trip-hop. I quattro movimenti che fanno parte della composizione che dà il titolo all'album prendono come spunto di partenza i King Crimson più recenti ed aggressivi e si articolano in maniera piuttosto avventurosa verso tematiche jazz fusion dalle sfumature noir e decadenti vicini ai più concettuali Tuxedomoon, fino ad espandere le proprie soluzioni in una sorta di electro-free jazz mutante frammentato da intermissioni di musica concreta, un pò alla maniera di David Shea, fino ad espandere lo spettro musicale verso affascinanti territori etno-ambient esotici vicini allo spirito nomade di un Forrest Fang. L'abbandono del caos contemporaneo delle quattro parti di "The Decline Of Western Civilization" ci porta di conseguenza verso l'estatica trance meditativa di "The Alchemist", brano intonato dai penetranti vocalizzi difonici (o armonici) del maestro Mauro Tiberi, in cui si evocano antichi saperi e suggestioni delle grandi steppe asiatiche. Il disco si chiude con un'ombrosa "World Apart" dai toni pessimistici e vagamente alienanti, come ad indicare la separazione netta e la difficoltà di comprensione e dialogo tra realtà differenti seppure oggi così spesso vicine.
Disco inquietante e ricco di affascinanti sfumature, talvolta forse un pò criptico per l'ascoltatore medio in cerca di facili emozioni, "The Decline Of Western Civilization" offre un'esperienza sonora che non è mai statica o stagnante, infatti la musica degli Entropia è in costante movimento ed evoluzione, tra occidente ed oriente: ancora più importante la musica si dipana senza fare ricorso a facili effetti, il suono "duro" e costantemente venato di suoni e rumori poco rassicuranti non lascia alcun spazio ad una mercenaria retorica a buon mercato. Un passo importante quindi per Alex Marenga ed i sui compagni di viaggio verso una musica totale e completamente libera.



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Giovanni Carta

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