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ÆLEMENTI Una questione di principio Andromeda Relix 2017 ITA

Mescolare al progressive lo hard rock è sempre una buona cosa, per quanto mi riguarda, e può portare a risultati interessanti. È quello che fanno gli Ælementi che hanno anche cercato di dare vita ad uno stile personale ed omogeneo. L'elemento più caratterizzante di "Una questione di principio" è senza dubbio la chitarra elettrica, molto presente nel mixaggio sia in distorsione che nei suoni puliti e cristallini. Il punto di partenza, come si è detto, è l'hard rock progressivo, ma si sconfina spesso in una sorta di metal melodico. In realtà il frullato sonoro è più vario, e spazia dal progressivo sinfonico puro al rock ed al pop, in un amalgama convincente che si ascolta con piacere.
Una breve introduzione strumentale basata su tastiere e synth apre la strada agli arpeggi di "Lontananza", che scopre immediatamente l'anima melodica degli Ælementi e si sviluppa in un crescendo epico, tra riff di chitarra, break, accelerazioni e assoli. "Vuoto" si apre in maniera più pop, e mantiene un andamento molto accessibile, quasi cantautoriale, alternando però parti più hard e progressive e terminando con un assolo in stile metal melodico. "Straniero" paga il tributo ai Rush del periodo progressivo degli anni '70 ma si concede i soliti break melodici e una seconda parte a tratti confusionaria e con la chitarra un po' invadente. "Delirio" scorre via veloce, molto melodica e rilassata, in bilico tra pop e qualche tentazione progressiva, con la voce di Francesca Piazza in evidenza. "Voce" è un lungo brano progressivo, più equilibrato nelle parti strumentali, in bilico tra hard rock, melodia e un pizzico di fusion, con una struttura adeguatamente complessa, mentre "Addio" esplora il lato prog-metal degli Ælementi in maniera intelligente, senza strafare troppo e puntando molto sull'atmosfera dai toni dark, pur non colpendo per incisività.
Considero "Una questione di principio" un buon album, con parecchie buone idee, uno stile sufficientemente personale e un ricerca della melodia che si sposa efficacemente con la ricchezza degli arrangiamenti. Personalmente, trovo alcune scelte sonore un po' forzate. La chitarra è onnipresente, anche se questo ovviamente non è negativo di per sé. In alcuni casi però si ha la tendenza a voler riempire a tutti i costi con essa il panorama sonoro, a discapito della freschezza di alcune tracce. Si tratta di un difetto veniale, e va considerato che stiamo parlando sostanzialmente di un disco di prog chitarristico. Non c'è dubbio che per molti musicisti questo sarà un incentivo all'acquisto. Consiglio comunque un ascolto a chiunque, dato che i piacevoli momenti musicali e lo sforzo fatto dal gruppo che cercare una propria identità meritano un riscontro.



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Nicola Sulas

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