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CRYSTAL PALACE Scattered shards Progressive Promotions Records 2018 GER

Il quartetto tedesco è arrivato al suo ottavo album, approdando all’etichetta PPR, specializzata nella produzione di prog-metal band che presentano storie ad effetto, contribuendo dal canto suo con belle confezioni ed una buona promozione. Qui stavolta si parla dei “frammenti sparsi” dell’esistenza umana, chiusi nella scatola del vissuto per chissà quanto tempo; quest’ultima viene riaperta, come se si trattasse di una lunga introspezione, ed è difficile prevedere cosa ne possa venire fuori per lo spettatore che osserva se stesso. Il prog-metal di qualche album fa viene in buona parte sostituito da soluzioni in stile neo-prog, presentando una produzione che non è più limpida come un tempo. Forse è un effetto voluto, un elemento che forma parte integrante dei messaggi da voler comunicare, ma in brani come la title-track o “Collateral” il suono è tanto duro quanto compresso, soffocando anche la batteria come accadeva con alcune vecchie cassette pirata che venivano spacciate per originali. Gradevole l’iniziale “Inside the box” con quel pianoforte e le strofe nello stile neo di cui sopra, ben commentata dal clarinetto dell’ospite Tobia Walter, così come la finale “Outside box“, in cui la vita non viene soltanto osservata ma finalmente vissuta in maniera piena e consapevole. Certo, la già citata title-track rappresenta proprio l’immersione nella “scatola”, dove vi sono questi famosi frammenti, e quindi si alterna il suono compresso (che soffoca anche un buon assolo finale di chitarra) a momenti acustici. C’è un uso abbondante degli effetti elettronici, utilizzati spesso con una certa logica, come in “Inside your dreams”, dove ancora una volta ci si alterna tra momenti più tranquilli ed altri più intensi, comunque sempre enfatici. Effetti sfruttati anche in “The logic of fear”, dove si dice chiaramente che tutto il vivere quotidiano è stato strutturato tramite la logica della paura; davvero interessante il lungo assolo di Nils Conrad sulle sei corde, che per amor di creatività – ad un certo punto – vede su di esso la sovrapposizione del ritornello, ma sarebbe stato meglio lasciare le note libere, fino alla fine, con la coda affidata ai sintetizzatori. Esiste comunque lungo tutto l’album la volontà di alternare stati d’animo differenti all’interno della medesima canzone, fattore che si individua anche in “Craving” e nella pesante “Collateral” di cui sopra. Gli otto minuti di “Simply irrestistible cruel intentions” vorrebbero essere il paradigma che sta alla base di quest’ultima pubblicazione, presentando degli altri assoli d’effetto.
Beh, tutto sommato i Crystal Palace dimostrano di non scendere dalla media della sufficienza e in un certo qual modo potrebbero essere una sorta di certezza. Il pericolo è quello però di arenarsi nelle secche della aurea mediocritas… Come già accennato in apertura, buona come sempre la confezione, con le foto interne dello stesso Conrad ed il design di Reimar Walter assolutamente calzanti nell’economia del messaggio che si vuol comunicare.



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Michele Merenda

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