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ARTCANE Odyssée Philips 1977 (Replica Records 2019) FRA

Jack Mlynski, chitarrista e cantante, e Alain Coupel, chitarrista, bassista e cantante, si conoscevano già dal 1968 e suonavano nella stessa formazione finché non decisero, alla fine del 1973, di dare vita ad un gruppo di rock sperimentale. Nel nuovo gruppo Coupel, appassionato di musica elettronica, passa alle tastiere e ai synth e alla loro avventura si uniscono presto Daniel Locci, pianista di matrice classica e allo stesso tempo batterista e percussionista, e Stanislas Belloc, bassista e cantante. I musicisti si stabilirono in una località di campagna dove misero in piedi uno studio di registrazione e dove si ritirarono per costruire il proprio repertorio. Scelsero come nome una parola che deriva dalla fusione di “arte” e “arcano” e come simbolo quello di una felucca che si riflette sulle acque del Nilo che evoca libertà ed evasione. Nel novembre del 1974 gli Artcane sono pronti per i loro primi concerti, sostenuti dal giornale “La Montagne” e dall’emittente FR3 Auvergne, e nel 1975 ottengono una apparizione televisiva come ospiti di Danièle Gilbert nella trasmissione "Midi Première". Nello stesso anno tornano in TV e dividono il palco con l’orchestra da camera di Bernard Thomas. Tra febbraio e marzo del 1976 entrano nello studio Léo Clarens di Vincennes, con François Wertheimer, produttore di Barbara e Alain Vigne, per registrare il loro primo album che esce un anno più tardi, nel maggio del 1977, per la Philips ed è la prima volta che un gruppo dell’Auvergne firma per una grossa etichetta discografica.
Le sei tracce, mixate a Parigi negli studi Ferber, si fanno notare per il loro stile oscuro e magnetico, per i ritmi spigolosi, gli impasti hard e le ambientazioni space, con riferimenti puntuali ai King Crimson ma anche ai connazionali Pulsar e Shylock. Nella title track collocata in apertura, uno strumentale di appena due minuti, è subito chiaro il ruolo centrale della chitarra che intesse melodie geometriche, Frippiane, sull’onda ritmica della batteria asciutta e dinamica. “Le Chant D'Orphée”, plumbea, si apre con una chitarra arpeggiata che prelude al canto, non proprio aggraziato a dire il vero, ma sufficientemente teatrale. Le atmosfere sono tetre e scosse dai guizzi improvvisi della batteria e della chitarra. L’arrivo dei synth produce ambientazioni spaziali davvero singolari in questo contesto musicale. Il brano ci prepara all’arrivo di “Novembre”, oscura e solenne, grave nella progressione con le tastiere che dipingono melodie torbide e classicheggianti. La sensazione è quella di una pesante attesa rotta dalla chitarra che non nasconde le lampanti somiglianze con Larks che si riaffacciano subito nella successiva “25th Anniversaire” che chiude il lato A.
Il lato B è dominato dall’imponente “Artcane 1”, una suite in piena regola di 16 minuti. Atmosfere spaziali con un tocco di elettronica si condensano nell’aria, prendono forma melodie quasi Tarkovskiane. Questa lunga parte introduttiva occupa i primi 5 minuti e ha il sapore dell’incertezza. Con il rinfocolarsi della parte ritmica la musica sembra prendere vita ed emerge una prepotente vena sinfonica. Il drumming è agile e la chitarra rinforza l’architettura del brano che si sviluppa in crescendo. Un nuovo intermezzo con chitarra arpeggiata e synth tratteggia un paesaggio alieno e prelude a una sequenza di stampo più rock ancor più virtuosistica in cui si dipanano lunghi assoli. “Nostalgie”, traccia di chiusura, malinconica e smorzata, dai tenui elementi sinfonici, stempera infine la tensione generata da un brano lungo, complesso e di ascolto non immediato.
Questo album monolitico ed enigmatico colpì molto gli ascoltatori che poterono apprezzare la musica degli Artcane dal vivo in un lungo tour che interessò tutto l’esagono e al quale seguì anche la registrazione di un cortometraggio per l’emittente FR3 Auvergne girato al castello di Landogne. Nel 1978 era già pronto il materiale per un nuovo album ma l’etichetta non rinnovò il contratto. Alain Coupel decise così di lasciare il gruppo e questo fu l’evento che portò allo scioglimento definitivo degli Artcane, la cui ultima esibizione si tenne nel dicembre del 1978 al teatro di Roanne. Danil Locci è morto nel 2015 e Stanislas Belloc nel 2017. Jack Mlynski continua la sua carriera artistica divisa fra musica e pittura. La musica degli Artcane rivive ancora una volta grazie a questa splendida edizione in vinile con copertina apribile edita dalla Replica Records che vi invito a scoprire o a ripercorrere in attesa di nuove grandiose ristampe di altri gioielli del passato.



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Jessica Attene

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