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FREDDY DELIRIO AND THE PHANTOMS The cross Black Widow Records 2019 ITA

Disco che mi ha destato sensazioni piuttosto contrastanti e non poche perplessità questo secondo cd solitsta del tastierista dei Death SS, Freddy Delirio, insieme ai suoi Phantoms, ma fortunatamente è riuscito a guadagnare qualche punto a suo favore nel tempo e dopo ripetuti ascolti: le iniziali riserve e critiche che tuttora tendono a persistere riguardano soprattutto l'identità musicale ibrida di "The Cross", non troppo metal nelle sonorità, ma con un'identità ed approccio che tende ad essere accattivante per un certo tipo di pubblico, mi chiedevo giusto verso chi potesse rivolgersi questo disco, per non parlare del decadentismo teatrale diffuso, così più vicino al goth rock che a forme metal più tradizionali, insieme a scelte produttive così, come dire, eteree e sognanti, ecco che non diventa troppo semplice inquadrare nella giusta misura questo disco, specialmente se aggiungiamo una serie di arrangiamenti accattivanti non troppo distanti dal prog sinfonico.
Nel suo insieme "The Cross" è un lavoro dalle sonorità omogenee senza troppe variazioni nelle atmosfere e nelle timbriche degli strumenti, incentrato ovviamente sulle tastiere di Freddy, intento ad evocare paesaggi ombrosi e glaciali: in tal senso convince la capacità di comunicare suggestioni tetre e drammatiche, talvolta romantiche mentre in altre quasi catacombali ed apocalittiche. La mano nera dei Death SS è percepibile un po’ in tutto il disco, c'è anche Steve Sylvester che partecipa ai cori di un pezzo, "The New Order", ma l'horror-shock rock/metal dei Death SS si percepisce giusto di riflesso, le atmosfere spettrali di "The Cross" sono più funzionali per un’ambientazione da fantasy gotico in cui gli spiriti hanno la facoltà dei viaggiare nel tempo e nello spazio dagli antichi castelli medievali alle megalopoli distopiche fino alla fine dei tempi.
La personalità carismatica di Freddy Delirio, impegnato con buona parte degli strumenti, diviso tra vocals non particolarmente potenti ma tutto sommato più che decenti nel contesto gotico, se vogliamo un po’ una via di mezzo tra Steve Sylvester ed Alice Cooper, ed il sinfonismo digitale delle sue tastiere, conferisce al tutto una certa energia e teatralità, con qualche pericolosa inclinazione eccessivamente romantico-decadente che rischia di far cadere nel melenso certi passaggi melodici/strumentali... le sonorità si fanno talvolta così patinate che talvolta quasi pare di ascoltare un disco in bilico sul baratro della new-age, l'afflato epico narrativo dei brani riesce comunque a mantenere alla lunga un certo grado di intrattenimento e anche di profondità...
In sostanza "The Cross" lo consiglierei ai cultori delle sonorità più dark versante goth-rock, senza dubbio ai fanatici dei Death SS ed ai tanti fan in giro dei Ghost; nell'area progressive rock penso che "The Cross" potrebbe attirare ovviamente chi è più incline a sonorità metal(prog) sempre comunque con un certo grado di apertura mentale in quanto la sostanza heavy di Freddy Delirio rimane comunque relativamente limitata come anche le tentazioni progressive mantengono un profilo discretamente basso...



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Giovanni Carta

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