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DETIETI V obshchikh chertyakh Zlurad Records / Addicted Label 2015 RUS

Nell’ultimo decennio in Russia, ed in particolare nella zona di Mosca, si è sviluppata una piccola scena prog, sicuramente interessante e non banale. Tanti gruppi che si divertono con un approccio abbastanza irriverente a contaminare il prog con i generi più disparati. Tra i più strambi e cazzaroni ci sono sicuramente i Detieti, band composta da 4 simpatici ragazzotti, attiva dal 2004 ma che ha pubblicato 3 album di cui il primo album solo nel 2013. “V Obshchikh Chertyakh” è invece la loro seconda fatica, pubblicata nel 2015.
Colpisce subito il simpatico e benevolo faccione di Jacques Cousteau in copertina. Andando a leggere poi le note di copertina scopriamo che sta simboleggiare l’obiettivo dei Detieti, ovvero immergersi ed esplorare le profondità oceaniche più oscure del mondo della musica. In effetti bisogna ammettere che danno seguito con convinzione alla loro dichiarazione d’intenti e senza paura e con un po’ di sana tracotanza ci propongono un album che è un bel guazzabuglio dadaista di generi e stili differenti.
Li ho chiamati all’inizio “cazzaroni” ma sgombriamo il campo da dubbi: i 4 moscoviti sono musicisti seri e preparati e sanno quello che vogliono fare e dove vogliono arrivare. Sono però altresì evidenti quali sono i loro riferimenti, primo su tutti Mike Patton e i suoi progetti (Mr. Bungle, Fantomas) e varie band che gravitano attorno a quell’universo, tipo Estradasphere e Secret Chiefs. Gli ingredienti sono gli stessi: ska, metal, grindcore, jazz rock, progressive, surf, folk e tanti tanti rumori strani e cacofonici. I brani si susseguono in maniera rutilante senza dare respiro all’ascoltatore, principalmente strumentali, ma troviamo anche diversi interventi vocali, più delle volte rumoristici, ma anche parti cantate come la divertente parodia di “Lady Madonna” nel brano “Madonna La Atomique”.
Appena sembra giungere un momento di stabilità, si divertono beffardamente a toglierti qualsiasi punto di riferimento e lasciarti spiazzato, trascinando l’ascoltatore su e giù, come su un ottovolante. Come già detto precedentemente la loro musica infatti non è caotica, ma sono sempre loro a guidare, avendo sempre ben chiara quale sia la direzione da seguire. La loro unica colpa è il confronto diretto con le loro fonti di ispirazione, infatti, pur riuscendo a perseguire i propri intenti con convinzione e ostinazione, raggiungendo anche ottimi risultati e un sound che in qualche modo li differenzi, mancano di quella prorompente energia e di quella forza espressiva che caratterizza gruppi come Mr. Bungle ed Estradasphere.



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Francesco Inglima

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