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L'IMPERO DELLE OMBRE Racconti macabri vol. III Black Widow Records 2020 ITA

Quanti anni sono passati dall’ultimo disco dell’Impero Delle Ombre, “I Compagni Di Baal”, circa 10 anni, con in mezzo lo split insieme ai Bud Tribe “Corvi Neri/Warrior Creed”... Tanto, troppo tempo? Forse, ma ormai consolidati tra i gruppi cult del panorama metal italiano, l’Impero Delle Ombre è comunque un nome che non è stato dimenticato tra i seguaci del doom-prog metal e con quest’ultimo “Racconti Macabri Vol.III” ritroviamo un gruppo carico di macabre intenzioni e ben determinato a lasciare una testimonianza definitiva nella propria discografia.
A distanza di quasi vent’anni dal primo omonimo album, ancora decisamente acerbo, l’Impero Delle Ombre è oggi un gruppo adulto e dalla personalità ben definita che guarda al metal tradizionale con sfumature ben bilanciate nel progressive rock più dark ed occulto. Se ne “I Compagni Di Baal” i riferimenti al progressive nelle sue sonorità più vintage si facevano espliciti, ora in “Racconti Macabri Vol. III” l’Impero Delle Ombre tende a ritornare sul più essenziale sound degli esordi, relativamente ad un songwriting più orientato verso il metal/hard rock ma anche con toni decisamente più sofisticati e teatrali. A supportare il nucleo storico formato dai fratelli Cardellino (Giovanni “John Goldfinch” alla voce ed il chitarrista Andrea) troviamo i goth-doomster Sidhe, insieme al tastierista Davide Cristofoli, presente nell’ultimo disco del Castello Di Atlante; inoltre non mancano alcuni graditi ospiti come Daniele Ancillotti, Steve Sylvester e Freddy Delirio.
In “Racconti Macabri Vol. III” troviamo tutto il classico, tetro immaginario che gira intorno al mondo dell’odierno dark/heavy sound italico, in particolare la grande passione per il cinema di genere, italiano e non, ben rappresentato da uno dei brani centrali del disco “In Morte Di Buono Legnani (La Casa Dalle Finestre Che Ridono)” tributo al capolavoro di Pupi Avati, pezzo horror rock incalzante in pieno stile Death SS con un sapiente ed inquietante utilizzo dei dialoghi presi direttamente dal film, tributo a mio avviso più coinvolgente ed efficace rispetto a quanto realizzato in parallelo da La Stanza Delle Maschere. Segue un altro omaggio al cinema, “Incubo a Dunwich”, citazione del b-movie girato nel 1970, “Le Vergini di Dunwich”, liberamente ispirato all’opera letteraria di Lovecraft, efficace ed ombrosa ballad metal dai tratti gotici e barocchi, tipica del genere ma realizzata con buon mestiere e sincera devozione. Le vocals carismatiche e cariche di pàthos di Giovanni Cardellino si confermano talvolta più vicine al classico rock italiano che al metal: l’accattivante spudoratezza melodica de “Il Villaggio Delle Ombre Assassine” mi fa pensare chiaramente all’immediatezza del primo Segno Del Comando, mentre in “Verso l’Abisso” l’oscuro afflato epico tipico di Dark Quarterer (e Death SS) fa i conti con una voglia di melodia estroversa ancora tipicamente italiana... In tal senso è interessante “Il Sabba”, con il dovuto rispetto quasi una versione metal dei primi Black Widow di “Sacrifice”, tutto molto sopra le righe, decisamente, a dire il vero, ma sicuramente di buon effetto. “Racconti Macabri Vol.III” è probabilmente il lavoro nel suo insieme più soddisfacente e solido dell’Impero Delle Ombre, sia da un punto di vista produttivo con un sound pienamente all’altezza delle ambizioni dei fratelli Cardellino, forse talvolta un po' troppo pulito e “digitale” ma comunque reso professionalmente, che in quello degli arrangiamenti e nell’abilità strumentale, in particolare con alcune parti solistiche di chitarra assai ispirate e convincenti...
La Black Widow Records celebra il ritorno dell’Impero Delle Ombre anche con una speciale limited edition contenente il disco in duplice versione 33 giri-cd e la cassetta (!) del primo demo, risalente al 2003. Nel periodo che stiamo affrontando in cui ansie e paure tendono a materializzarsi concretamente nelle nostre vite, l’Impero Delle Ombre ci offre un’ottima occasione per esorcizzarle, approfittiamone...



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Giovanni Carta

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