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SINGLE CELLED ORGANISM Percipio ergo sum Timezone Records 2021 GER

Single Celled Organism è il progetto del polistrumentista tedesco Jens Lueck (batterie, tastiere, chitarra, basso, programmazione) che con “Percipio ergo sum” giunge alla seconda pubblicazione discografica, quattro anni dopo “Splinter in the eye”. Anche questa nuova release è un album a tema (il continuo del concept del precedente lavoro) in cui i due protagonisti, il dottor Barnaby e la cosiddetta “ragazza della tv”, sopravvissuti al crollo della civiltà umana causato da un virus artificiale, vivono con difficoltà il loro nuovo mondo, in maniera diversa l’uno dall’altra. Una trama complessa che ha origine nel già citato “Splinter in the eye”, quando lo psichiatra Abbott Barnaby per motivi di studio della personalità, crea (non è dato sapere come) una ragazza che dovrà vivere in un ambiente artificiale chiuso e senza sapere dell’esistenza del mondo esterno o di altre persone.
Veniamo ora all’aspetto puramente musicale. L’album è diviso in undici tracce. Il cantato femminile di Isgaard Marke (oltre a quello dello stesso Lueck) contribuisce a rimarcare il carattere romantico e melodico dell’album, chiaramente ispirato al filone Genesis (post Gabriel) e a quello dei Marillion dell’era Fish, senza, ovviamente, l’enfasi espressiva di quest’ultimo. Non mancano i “solos”, ora delle tastiere (di Lueck), ora delle chitarre hackettiane di Ingo Salzmann e di Johnny Beck che si alternano nei servigi ai vari brani. Ottimi esempi di questa collaborazione li ritroviamo in “She’s awake” e in “The final door”. Altrove, come nella malinconica “I’d like to see”, emerge un lieve sentore Floydiano, per uno dei brani più riusciti dell’album anche grazie all’ottimo cantato di Lueck. In “I’m not human” assistiamo, invece, ad una notevole performance vocale di Isgaard accompagnata da una esecuzione strumentale di alto livello. Particolarmente riuscita “Hey you” dal notevole “punch ritmico”, synth coinvolgenti e orchestrazioni che conferiscono notevole pathos al brano. “Entanglement runs off”, appena prima della traccia finale, è il brano più maturo e compiuto. Un affresco sonoro di quasi nove minuti che tiene avvinto l’ascoltatore malgrado sia privo di un “refrain” di facile presa, basandosi, piuttosto, sulla compattezza del sound senza barocchismi.
Insomma, questo secondo parto del progetto “Single Celled Organism”, mi ha abbastanza convinto, dimostrandosi ben più del semplice new prog, di facile (e presto dimenticato) consumo.



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Valentino Butti

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SINGLE CELLED ORGANISM Event horizon 2023 

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