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METAMORPHOSIS I’m not a hero Progressive Promotion Records 2021 SVI

I Metamorphosis sono una band svizzera, attiva ormai da una ventina di anni, capitanata dal tastierista e cantante (ma anche batterista nei primi album) Jean-Pierre Schenk. Artista che già nei primi anni Settanta aveva dato vita ad un gruppo, i Nature, ispirata al sound dei Pink Floyd. “I’m not a hero” è il sesto album con il leader accompagnato da Olivier Guenat (chitarre e basso) e Alain Widmer (batteria). Il lavoro è diviso in nove tracce per un’ora scarsa di durata. Un album melodico, con qualche incursione nello heavy (per i più giovani…) con una chitarra sferzante, tastiere ben presenti ma non dominanti, un pizzico di elettronica… Insomma, potenzialmente un album cucito su misura per gli amanti degli ultimi Floyd (“The division bell”), dei Clepsydra e del new prog britannico in generale.
In effetti la qualità delle composizioni si mantiene sopra la sufficienza con brani come la title track che sfoggia un bel tappeto di tastiere, un lungo fraseggio della chitarra di Guenat ed un refrain ben presto memorizzabile e di facile presa. Non male l’introduttiva “Dark world”, con la chitarra che spicca con i suoi riff decisamente heavy e con un ritornello ammiccante. Sempre i riff secchi dell’elettrica danno l’abbrivio a “More is less”, belle anche le trame, piuttosto cupe, delle tastiere e le linee melodiche. Carina pure “Leftovers”, malinconica, ipnotica, con un atmosferico intervento delle tastiere di Schenk che offrono finalmente un sussulto decisivo.
Alla lunga però qualche crepa salta… all’orecchio. La voce appare un poco monocorde, i brani tendono ad assomigliarsi parecchio nel loro sviluppo e, dunque, lo strumentale “When life starts again”, con la chitarra gilmouriana in primo piano, finisce per convincere molto di più dei brani cantati.
Insomma, l’album non è “brutto”, si fa ascoltare, ma scivola via con veramente pochi guizzi degni di nota, troppo uniforme e “piatto” ed è un peccato perché, per quanto possa essere bistrattato, il classico new prog melodico è capace ancora di offrire spunti gradevoli e meritevoli di attenzione che in “I’m not a hero” si trovano, purtroppo, a piccole dosi.



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Valentino Butti

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