Home
 
CRAIG FORTNAM Ark Onomatopoeia Records 2021 UK

Il nome Craig Fortnam a molti potrebbe non dire granché, di primo acchito, ma i più attenti avranno riconosciuto il principale compositore e motore creativo dei North Sea Radio Orchestra, sorta di folk chamber orchestra che da anni impreziosisce la scena della musica colta, incidentalmente anche Prog, del Regno Unito. Da tempo Fortnam porta avanti anche un progetto parallelo chiamato Arch Garrison assieme al pianista James Larcombe, con una riuscita artistica non certo inferiore, oltre ad aver collaborato con William D. Drake e Knifeworld, ma questo è il suo primo album solista, pubblicato alla rispettabile età di 54 anni. Sotto il proprio nome, riunisce in pratica i suoi due progetti attivi, chiamando a collaborare su quest’album quasi tutti i musicisti dei NSRO assieme a Larcombe stesso. Craig si occupa di chitarra, organo, synth e percussioni, oltre che delle parti vocali, e a coadiuvarlo c’è quindi un ensemble che comprende clarinetto, fagotto, violoncello, pianoforte, viola, violino e vibrafono.
Il risultato di tutto ciò si concretizza in una deliziosa collezione di 10 canzoni, qualcuna molto breve, altre dalla durata un po’ più prolungata. Molte di queste rappresentano dei quadretti sonori che conservano le caratteristiche folk e cameristiche che contraddistinguono le opere di Fortnam ma acquistano per contro un aspetto giocoso e bucolico non del tutto estraneo ma di certo mai così rilevante nelle creazioni dell’artista. Tutto ciò è vero soprattutto per le tracce di durata più contenuta, ovviamente, mentre le due composizioni che oltrepassano i 6 minuti hanno uno sviluppo più complesso e si prendono maggior tempo per evolversi e per dipanarsi in piacevoli melodie, complesse ma agevolmente fruibili, che espandono le caratteristiche precedentemente accennate. E’ quasi ipnotico quindi l’incedere di “Managed Decline on the Orford Ness”, mentre sono più movimentate le atmosfere dei 9 minuti scarsi di “A Speck I Am”; distese e melodiche prima, poi incalzanti e ripetitive nella seconda parte.
Si tratta di un album sicuramente piacevole dal primo all’ultimo secondo, che si fa ascoltare più che volentieri e che vede l’ispirazione creativa di Fortnam forse ai massimi livelli, anche se non siamo alle altezze dei migliori lavori dei North Sea Radio Orchestra, ovviamente.



Bookmark and Share

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

NORTH SEA RADIO ORCHESTRA I a moon 2011 

Italian
English