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DOGS BITE BACK Back? Forward! No Name / Addicted Label 2021 RUS

Disco strano suonato da russi altrettanto strani, dotati di spiccato senso dell'umorismo e predisposizione artistica per il rumore più bizzarro... Con “Back? Forward!” ci inoltriamo nei territori dell'improvvisazione free più maniacale anche se a differenza degli altri colleghi di scorribande musicali noise questo disco suona spesso in maniera curiosamente quasi introversa, per non dire introspettiva; tale inclinazione espressiva, associata alla buona dose di stravagante sense of humor che pervade il disco, conferisce alla musica un effetto alquanto psicotico, ovviamente non esattamente piacevole all'ascolto, come consuetudine in dischi simili... ma dopotutto queste sono opere concepite come ricerca sensoriale/sonora che agisce soprattutto a livello intellettuale e psicologico toccando sfere dell'inconscio più o meno nascoste, senza troppo concedere spazio alle “distrazioni” della più banale e semplice godibilità di facile intrattenimento/ascolto. Insomma, anche nella musica dei Dogs Bite Back l'ascoltatore diventa un po' come un oggetto di qualche “simpatico” esperimento sonoro, fortunatamente l'ascolto volontario ci porta alla libertà di scelta, possiamo regolare a nostro piacimento il livello del volume o più drasticamente skippare (per non dire scappare) nei momenti che più ci aggrada... Registrato dal vivo in studio nel giro di una manciata di giorni durante l'estate del 2019 e stampato oltre che su cd anche in fascinosa cassetta in ulteriore edizione limitata, “Back? Forward!” nei suoi circa 40 minuti di durata, nonostante le premesse, mantiene un discorso espressivo sotto le righe, privo di eccessive abrasioni rumoristiche: sarà anche per il background jazz dei tre Dogs Bite Back, il bassista Dmitry Lapshin, il manipolatore di suoni Ilia Belorukov, il batterista Konstantin Samolovov, attivi nel giro avant-jazz rock di San Pietroburgo, le sonorità e le timbriche sembrano tutte calibrate per orientarsi in un effetto straniante ma al contempo piuttosto ordinato, partendo da basi puramente improvvisate i brani sembrano comunque scientificamente preparati con precisione verso una ben precisa direzione... Nel marasma elettroacustico dei Dogs Bite Bite si configura un caos misurato che partendo dalle “antiche” improvvisazioni synthetiche di Sun Ra (ad ascoltarle oggi ancora piuttosto estreme) ed il gusto per il brutto, astratto ed artistico, di Captain Beefheart (e con brani intitolati in maniera quasi zappiana), arriva con naturalezza all'elettronica contemporanea più glitch e caotica... I Dog Bite Back sembrano sempre sempre sul punto di esplodere (od implodere) ma in realtà tutto rimane sospeso in una sorta di sonnambolica e beffarda sospensione, una scelta che nel bene e nel male dopo ripetuti ascolti fa alzare sensibilmente il livello di apprezzamento per questo lavoro, ovviamente e rigorosamente per i critici “addetti ai lavori” e fanatici del free jazz più oltranzista.



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Giovanni Carta

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