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REMOTE The great bong of Buchenwald Bad Road Records / Addicted Label 2014 RUS

Suoni barbarici da una Russia che tentava di coniugare a proprio modo un ormai classico binomio fatto di doom/sludge metal con sonorità fumose in adorazione di marija, senza andare tanto per il sottile a dire il vero, accanendosi sugli strumenti appunto come barbari, un'attitudine a dir poco rude e magari stereotipata che rappresenta(va) spesso il minimo sindacale richiesto dal genere musicale in questione... “The Great Bong Of Buchenwald” è dunque il primo album dei Remote, trio basso/chitarra/batteria di Kaluga, tipica città siderurgica della Russia occidentale e presumibilmente fonte anche di un certo livello di alienazione; il bizzarro ed inquietante titolo del disco viene ben rappresentato dalla copertina, vagamente di cattivo gusto ma che può avere un suo perché se osservata nella giusta prospettiva. L'approccio musicale è ancora forse un po' troppo derivativo per andare poco oltre la sufficienza: le vocals del bassista Evgeny quasi onnipresenti ed urlanti sopra le righe non aiutano particolarmente a rendere accattivante il Bong, mentre le cose più interessanti le possiamo ascoltare dal chitarrista Pash, impegnato a recuperare con discreto stile certe sonorità cariche di tensione vintage sabbathiane ed acide, diligentemente fuzzate ed heavy da manuale stoner/doom. Quindi non propriamente un disco memorabile, “The Great Bong Of Buchenwald” può essere sicuramente interessante giusto per i cultori del genere... A dire il vero con i lavori successivi, pur mitigando decisamente il lato “psichedelico” per una visione radicata verso un doom metal più heavy e classico, i Remote dimostreranno di saper affinare e maturare, per così dire, il loro songwriting... Questa però è davvero un'altra storia che al momento, vista la situazione, non si sa proprio come e dove andrà a finire!



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Giovanni Carta

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