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LARD FREE Gilbert Artman’s Lard Free Vamp Records 1973 (Replica Records 2022) FRA

Nel 1973 i Lard Free, creatura folle del batterista, polistrumentista e compositore Gilbert Artman, tornano in studio e questa volta per pubblicare sul serio il loro primo album ufficiale. Quello che è passato alla storia col titolo di “Unnamed” in effetti vide la luce diversi anni più tardi rispetto alla sua realizzazione, come opera postuma, per la mancanza di lungimiranza di chi, rifiutandosi di darlo alle stampe, si fece intimorire da uno stile musicale eclettico ed irriverente, eppure geniale. Gli studi sono quelli della celebre etichetta inglese Island, a disposizione del gruppo soltanto per 36 ore, incluso il lavoro di mixing ed overdubbing, per la realizzazione dei master che verranno affidati all’etichetta indipendente parigina Vamp Records. Gilbert Artman (batteria, pianoforte e vibrafono), compositore e arrangiatore di tutto il materiale sonoro che possiamo ascoltare, si fa accompagnare dai fedeli Philippe Bolliet al sax e François Mativet alle chitarre, ai quali si aggiunge il nuovo arrivato Hervé Eyhani al basso e al synth ARP. Le idee sono audaci ma meglio messe a fuoco rispetto alle prime esperienze mentre la resa sonora migliora notevolmente. Il sound è profondo e potente, lo stile è uno jazz rock d’assalto, minato da escursioni free e distorsioni chitarristiche volutamente disturbanti, che somiglia poco o niente, nel suo insieme, alla musica allora in circolazione. Non vi fidate del groove ben scandito con cui vi accoglie “Warinobaril”, giusto il tempo di scaldare i motori e “12 Ou 13 Juillet Que Je Sais D'Elle”, una mini suite in 2 movimenti, ci trasferisce ancora in altri territori, questa volta dal sapore space rock, con gli effetti ciclici del synth che ci ossessionano in un inesorabile crescendo ed il sax che disegna linee melodiche ariose e stranianti quasi distaccandosi da questo contesto tecnologico e confuso. Il secondo movimento si scioglie in uno jazz rock molto aperto con un complesso lavoro solistico della chitarra, spigoloso ed articolato, lungo ritmiche intricate e vorticose. Ci rendiamo conto che la musica dei Lard Free si muove lungo molteplici traiettorie, spesso inattese, cosa che non può essere in effetti digerita da tutti gli stomaci ma che impegna molto l’ascoltatore, lasciato in balia di eventi sonori imprevedibili. In “Honfleur Écarlate” il basso fornisce una base lenta e fluida per le evoluzioni del sax e della chitarra elettrica, chiudendo il lato A in modo graffiante ma rilassato. “Acide Framboise” è invece una visione psichedelica in cui i synth, pastosi e persistenti, hanno il ruolo di accompagnare l’ascoltatore verso scenari iridescenti e piacevolmente fumosi. Il brano si espande in modo pigro e progressivo preparandoci ad una buia ed introspettiva “Livarot Respiration”, fatta di note lunghe e morbide, quelle del sax, e di echi sottili e scintillanti, quelli del vibrafono, in un lento e interminabile espandersi e dilatarsi di suoni e sensazioni. Questa sensazione di abbandono e attesa culmina con “Culturez-Vous Vous Même”, uno strano invito a coltivare se stessi espresso con sonorità elettroniche minimali e indigeribili che somigliano a un sordo rumore di fondo. Nonostante l’originalità e la genuinità della proposta, che potrete apprezzare appieno grazie a questa pregiata ristampa in vinile, il gruppo, a corto di soldi e di contratti, si sciolse agli inizi del 1974… ma la storia non termina qui.



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Jessica Attene

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