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THE FLYING CARAVAN I just wanna break even Paella Records 2021 SPA

Proviene da Alicante questo quintetto di belle speranze, che esordisce con un doppio cd intitolato “I just wanna break even”. Il nome riporta alla mente dei colori precisi e rassicuranti della scena di Canterbury ed in effetti qualche rimando ai Caravan si avverte. Ma nella musica degli spagnoli c’è tanta carne al fuoco, grazie ad un progressive rock tendenzialmente sereno e con ampie parti strumentali. Prendete, di base, i maestri inglesi di certo romanticismo prog: i citati Caravan e i Camel in primis, ma anche Genesis, Barclay James Harvest, Pink Floyd, o, per arrivare a qualcosa di temporalmente più vicino ai nostri giorni, i messicani Cast nei momenti più sinfonici. Aggiungeteci quel feeling mediterraneo/latino che impregna l’intero lavoro e potrete farvi un’idea di cosa incontrerete con l’ascolto di questo disco.
Il brano strumentale che apre l’album, “Get real”, è una perfetta introduzione alla musica dei Flying Caravan, grazie a intrecci strumentali affascinanti e qualche volo in direzione della Terra di Grigio e Rosa. Con la traccia successiva “Flying Caravan”, incontriamo la voce femminile che ci guiderà nelle parti cantati in maniera semplice e immediata, evitando acuti e tecnicismi e puntando più sul feeling. Il risultato è che pur avvertendo che non siamo di fronte ad una fuoriclasse, i brani guadagnano ulteriore grazia e delicatezza. Si va avanti così, con composizioni di ampio respiro, ben costruite, con tutte le caratteristiche di certo prog al posto giusto. A dare una certa omogeneità dal primo all’ultimo minuto dell’album troviamo i riff, le melodie, le soluzioni strumentali giocate prevalentemente da tastiere, chitarra e flauto, i momenti solistici, i cambi di tempo e le divagazioni jazz-rock che fanno capolino qua e là. E nonostante la lunga durata non si avverte mai pesantezza, anzi, è un piacere continuo ascoltare la proposta della band. Possono essere le raffinate atmosfere floydiane di “Upstream to Monansh”, o le infinte sorprese della lunghissima suite “A fairy tale for grown-ups” (trentasei minuti), piena di trovate ingegnose, il risultato è che non riusciamo a fare a meno di pensare ad una band pienamente ispirata.
Presentarsi al debutto con un doppio album e tantissimi minuti di musica è sempre un azzardo. Bisogna dire che non tutto è rose e fiori: i Flying Caravan possono apparire a tratti prolissi, non ancora completamente maturi (si avverte durante l’ascolto che non siamo di fronte a musicisti “navigati”) ed hanno sicuramente ampi margini di miglioramento. Eppure, dei circa 100 minuti di musica di“I just wanna break even”, la stragrande maggioranza sono ottimi ed emozionanti. Perché nonostante qualche difettuccio e l’inesperienza, la band è stata capace di trovare le melodie giuste, i timbri giusti, le strutture giuste. E l’ascolto vola piacevolmente in un battibaleno.



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Peppe Di Spirito

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