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TEN JINN As on a darkling plain Record Heaven 1999 USA

Un bell'album di Prog sinfonico senza tanti compromessi! Sembra strano, ma se ne sente sempre più la mancanza, pur con tutte le uscite Prog o simil-Prog dei giorni nostri. I Ten Jinn sono americani e si sente, ma questo va riferito solo a certe sonorità o certe soluzioni musicali più tipiche dei gruppi progressivi d'oltre oceano; per il resto si tratta di Prog romantico/sinfonico dai toni sovente luminosi, influenzato da Yes, Kansas, UK e -perché no?- Beatles principalmente, ma agli ascoltatori più scafati sarà possibile individuare non poche somiglianze coi connazionali Surprise. L'album inizia con i 40 minuti della suite omonima, una composizione però composta da 8 parti più o meno indipendenti tra loro, che formano un tutt'unico giusto dal punto di vista dell'idea di fondo, risultando attaccate insieme un po' artificialmente ma, tutto sommato, efficacemente. La musica è gradevole, spesso brillante, come detto, di quelle che si mantengono in costante e bell'equilibrio tra ritmiche e tematiche impegnative e melodia ariosa e gradevole. I brani successivi sono mediamente mezzo gradino più in basso dal punto di vista qualitativo e il gruppo si concede anche qualche momento di divertissement (vedi "I can't see"), pur comunque senza perdere il contatto con la natura musicale espressa in precedenza. Un bell'album con più lodi che infamie senza dubbio, di quelli che, pur senza assurgere al posto d'onore, sarà sicuramente presente negli scaffali di ogni appassionato del genere. Ah... quasi dimenticavo: in formazione è presente nientepopodimeno che Stanley Whitaker, storico chitarrista degli Happy The Man!

 

Alberto Nucci

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