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ANTONGIULIO E DAVIDE MONETA Inevitabile primavera autoprod. 2022 ITA

Con questo progetto firmato da Antongiulio (il padre) e Davide Moneta (il figlio) sembra per certi aspetti di essere tornati ai demo “carbonari” degli anni ’80 e ’90 con la differenza che “Inevitabile primavera” è messo a disposizione in formato cd anziché in… musicassetta. Innanzitutto la distribuzione è limitata ad un negozio di dischi di Lissone ed al recapito del duo. Poi, malgrado la bella copertina raffigurante dei glicini in fiore, vengono indicati solamente il titolo dell’album, il nome dei due protagonisti e, sul retro, i titoli dei sei brani. Nessun riferimento agli strumenti suonati e da chi, al luogo e alle date di registrazione. Anche internet non aiuta… ma non demordiamo… contattiamo Antongiulio che ci “sommerge” di informazioni. E’ lui l’unico compositore dei brani (tutti strumentali) e suona le chitarre, il basso, le tastiere e le percussioni, affidando ad una drum-machine parte dell’impianto ritmico ed al figlio Davide, i sassofoni.
“Inevitabile primavera” è una sorta di concept album dedicato alla stagione della rinascita con i titoli delle composizioni che provano a descrivere i cambiamenti emotivi ed ambientali che avvengono in tre mesi. “Dopo l’equinozio” ha il compito di introdurre il lavoro: un misto di prog sinfonico e Canterbury sound piuttosto articolato. La seconda metà del brano con la chitarra acustica, il glockenspiel e gli effetti delle tastiere conferiscono l’impressione del “risorgere” primaverile. La title track è costellata da lunghi “solos” dell’elettrica di Antongiulio su ritmiche brillanti. Con “Illusioni al crepuscolo” emerge l’anima più acustica ed introspettiva del progetto, con le chitarre acustiche che si destreggiano, delicate, per tutti i quattro minuti di durata. “Metamorfosi” è più sperimentale e strizza l’occhio al jazz rock. “Wisteria floribunda” (il glicine…) si avvale di importanti contributi offerti dai sax di Davide che sprigionano sprazzi di colore aggiuntivi alla tavolozza sonora fornita dalle chitarre e dalle tastiere. L’album ha termine con “In attesa del solstizio”, il brano che più mi ha colpito. Anche qui è importante il supporto del sax, mentre le ritmiche articolate e qualche cambio di “umore” (non pochi i momenti acustici) esaltano la scrittura di Moneta padre anche se ci rimane l’impressione di un finale troppo frettoloso.
Si tratta di un buon lavoro, senza momenti di stanca e ben congegnato, a maggior ragione perché ideato e realizzato in piena autonomia. Il duo preannuncia già, entro pochi mesi, l’uscita di un nuovo album, “Fogliadirugiada” che sarà pubblicato in vinile con cd allegato. Confidiamo, ovviamente, in una distribuzione più capillare ed adeguata alla validità del progetto, sicuri che il prodotto sarà all’altezza.



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Valentino Butti

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