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DANIELE MAMMARELLA |
Wild universe |
Music Force |
2024 |
ITA |
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Terzo appuntamento per la Music Force e sulle nostre pagine da parte di Daniele Mammarella, classe 1997, originario di Pescara. Dopo aver conseguito un diploma a Londra in “Plectrum and pop rock guitar”, Mammarella ha iniziato una serie di collaborazioni importanti, ha partecipato a numerosi concorsi e si è dedicato ad esibizioni dal vivo, spesso tenendo anche delle lezioni prima dei concerti. Tutto ciò non gli ha impedito di concentrarsi anche su un’attività discografica che ha fruttato prima “Past, present and let’s hope” nel 2019, poi “Moonshine” nel 2021, fino ad arrivare a questo nuovo “Wild universe”. Anche in questa occasione Mammarella si dimostra chitarrista acustico di notevole talento e presenta una serie di brevi pezzi abbastanza eclettici. Puntando, come sempre, sullo stile fingerpicking, il musicista abruzzese riesce ad esibire un virtuosismo messo al servizio delle composizioni. L’opener “Wake up” è l’unico brano cantato e ci porta in territori americani, tra blues, country e rimandi non troppo vaghi a J. J. Cale. Si cambia subito registro con “Silent fields”, che grazie anche alla presenza del violino suonato da Mario Sehtl spinge maggiormente verso un allegro folk celtico. Un’altra incursione in questi territori è rappresentata da “The meadow”, dove possiamo ascoltare anche il bouzouki di Christian Mascetta. Il mood si mantiene solare ed allegro, come dimostrano le varie “Clio”, “Sky river”, “Windy pt. 2” e “Thank you!”, dinamiche e spedite, o anche le tentazioni orientaleggianti di “The last odyssey”. In “Universe” e “Light leaves” emergono invece sapori mediterranei, mentre “Moonflow” risulta più languida e sognante e “Moonlight West” mostra toni più misteriosi e indefiniti. L’abilità tecnica di Mammarella è assolutamente indubbia, ma, come già accennato, non viene spiattellata attraverso quegli autocompiacimenti spesso cari ai chitarristi. Qui abbiamo dodici brani e poco più di mezz’ora di musica suonata con maestria, ma carica di feeling e di belle melodie. Altro buon disco, quindi, particolare ed ispirato, che spazia tra più orientamenti stilistici, con la chitarra acustica assoluta protagonista e che si ascolta sicuramente con piacere.
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Peppe Di Spirito
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