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LIMITE ACQUE SICURE Un’altra mano di carte Minotauro Records 2025 ITA

Con una line-up confermata in tutti i sei componenti (Andrea Chendi, voce; Ambra Bianchi, voce, arpa, flauti, figulino; Antonello Giovannelli, pianoforte, organo, sintetizzatori; Francesco Gigante, basso; Paolo Bolognesi, batteria; Luca Trabanelli, chitarre) ritroviamo, a tre anni di distanza dal promettente esordio, dal titolo omonimo, i ferraresi Limite Acque Sicure con il nuovo lavoro “Un’altra mano di carte”. L’album è suddiviso in sei tracce ed affronta tematiche di un certo “peso” come la speranza, la ribellione, l’emarginazione, i conflitti interiori che danno ulteriore lustro ad un sound che affonda sì le sue radici negli anni Settanta, ma con un piglio moderno con momenti anche heavy che si alternano a quelli più sinfonici o acustici. L’opener “Joker” è subito intrigante tra riff rocciosi dell’elettrica di Trabanelli ed il gusto sinfonico delle keyboards di Giovannelli. “Il racconto di Juan della sua terra” esplora, con esiti felici, l’animo più rock de Le Orme di metà anni ’70, mentre “Natale 1914” (una attenta riflessione sul primo Natale durante la “Grande Guerra”) vive sul proficuo dualismo tastiere/chitarra elettrica e si fa pure apprezzare per gli interventi vocali di Ambra Bianchi. È la volta di “…non il Bergerac”: splendida l’introduzione al pianoforte a cui si aggiunge, dopo circa un minuto, la calda voce di Chendi. Il brano va poi in crescendo strumentale con spazi ad hoc per i synth di Giovannelli, una ritmica sempre più incalzante ed il guitar-solo di Trabanelli. “Chita” (un brano che denuncia i soprusi subiti, ancora oggi, dalle donne) si apre con sentori etnico-mediterranei e la voce di Ambra protagonista. Un pezzo malinconico in cui il rock grintoso della band si sposa con la musica tradizionale. “Un’altra mano di carte” si chiude con “Storie perdute”, brano potente, ben interpretato da Chendi e con ottimi momenti strumentali a cui la band ci ha piacevolmente abituato sin dagli esordi. I Limite Acque sicure si confermano band interessante ed ispirata, attenta non solo all’aspetto musicale, ma pure a quello lirico (e la cosa non è così scontata nei gruppi italiani…) e ci propongono, sin d’ora, un album che potrebbe rivelarsi tra i più ascoltati (dal sottoscritto) in questo 2025.

 

Valentino Butti

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