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| ALESSIO TRAPELLA |
Icaro |
autoprod. |
2025 |
ITA |
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Alessio Trapella è un musicista non proprio di primo pelo, visto che se si spulcia il suo curriculum si trovano esperienze con nomi molto importanti del prog italiano, quali Orme, Aldo Tagliapietra e UT New Trolls. Dopo il debutto “La ricerca dell’imperfezione”, uscito nel 2022, ecco che dopo tre anni arriva il secondo lavoro intitolato “Icaro”. Come il titolo già lascia presagire, siamo di fronte ad un concept album che prende spunto dalla celebre figura mitologica per raccontare una storia dalle tematiche fantascientifiche, ma legate strettamente a temi sempre di attualità tra dipendenza e autodistruzione. La narrazione sonora avviene tramite sei brani, per un totale di poco più di trentuno minuti. “Icaro” è un incipit suggestivo, che parte con temi classicheggianti per poi esplodere in un classico rock sinfonico all’italiana, in cui le tastiere spingono verso un sound solenne, mentre con le parti vocali si presta maggiore attenzione alla melodia. Trapella è subito protagonista, visto che si esibisce al canto, al basso e alle tastiere; i suoi compagni di avventura, Luca Chiari alle chitarre e Filippo Dallamagnana alla batteria, si fanno comunque valere ed il loro contributo si integra alla perfezione con le caratteristiche appena descritte. Con “L’uomo delle stelle” si vira verso un pop-rock più diretto, in cui si incontrano l’eleganza delle parti di tastiera con una certa ruvidezza della chitarra elettrica, soprattutto in un’intrigante coda strumentale. Ne “Il gesto” si continua con l’immediatezza, ma si gioca con una sorta di funk-pop-prog, anche grazie all’intervento del sax e ad un groove di base molto frizzante. Arriva il turno della suggestiva strumentale “Anapneo”, che, tra continui cambi di tempo e di atmosfera, sembra raccogliere bene l’eredità della PFM e dei New Trolls più abrasivi. Si avverte ancora l’ombra dei New Trolls in “Giù il sipario”, quelli un po’ più melodici, mentre la conclusiva “Oltre il manifesto blu” porta a termine il cd con un finale sinfonico stavolta più tra Orme e PFM. Avrete già capito che siamo al cospetto di un disco che riprende certe soluzioni del glorioso passato del prog italiano, abbinandole ad un discreto senso per la melodia. Nulla di nuovo, ma sicuramente il buon gusto e la raffinatezza con cui il tutto è proposto da Trapella lasciano sensazioni favorevoli.
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Peppe Di Spirito
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