Secondo disco per questa band che propone un genere di musica abbastanza imparentato col jazz (lato fusion), dalle sonorità soffuse e non invadenti. Gli isterismi schizzoidi non stanno di casa qua: immaginatevi una musica simile a quella di un disco brasiliano, di quelli in bilico tra una fusion delicata e latina e la Musica Popolar Brasileira, ma senza la tristezza (la saudade) che contraddistingue queste opere ed avrete un'idea dell'album di questa band piemontese. Un album che necessita di un giusto stato d'animo per essere ascoltato, di calma interiore e di predisposizione di spirito, innanzi tutto; non ritengo a dire il vero che un proggofilo poco incline ad effettuare deviazioni possa trovarlo particolarmente interessante, ma, se devo dir la verità, a me dopo un po' ha cominciato a prendermi. Piano e chitarra acustica guidano incessantemente, ma senza fretta, il percorso dei 10 brani qui presenti, che non vedrei male come musica di sottofondo in un ristorante di lusso.