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2KX Sussuration (EP) Fingerwoven Records 2014 USA

Dopo aver superato gravi problemi di salute nel corso degli ultimi mesi, la tastierista Lisa LaRue ed i “suoi” 2KX ritornano a far parlare la loro musica con questo breve EP, “Sussuration”, che speriamo sia solo l'apripista, magari a breve, di un più sostanzioso full-length. Solo 4 brani compongono il lavoro. L'introduttiva e brevissima “Song for a name-2kx” di Johnny Unicorn (che non va più in là di un mero riempitivo), la lunga title-track (presente anche nella versione radio edit) ed infine “Lemniscate” già uscita come singolo (un po' particolare peraltro... durando oltre 13 minuti...). Il precedente album della band aveva mostrato pregevoli spunti che spaziavano dagli Yes ai Genesis per finire con gli Spock's Beard e con l'AOR tipicamente americano. Per “Sussuration”, Lisa (alle tastiere) si avvale praticamente della medesima line up di “Fast and blue” con l'aggiunta di John Baker nel ruolo di cantante (già voce dei Mars Hollow nonché marito della LaRue). L'EP o, meglio, i due lunghi brani portanti, appaiono meno avventurosi, più meditati e sofferti rispetto alle esperienze precedenti. La lunga e malinconica introduzione della title-track con pianoforte e violoncello apre poi le porte ad un cantato di più facile appeal con “coretti” alla Beach Boys. Le soffuse partiture sinfoniche mantengono l'atmosfera sospesa e quasi mesta a cui contribuiscono certamente le note del “cello” di Alvarez. “Lemniscate” inizia delicata e quasi sussurrata per poi attingere e rielaborare le dissonanze crimsoniane ed il jazz-rock. Più fluido il finale anche se prevalgono sempre i colori delicati ed i bisbigli musicali. Segue la versione “breve” di “Sussuration” che riprende ovviamente la parte cantata quella, cioè, di più facile fruibilità radiofonica. Una band con praticamente gli stessi effettivi di “Fast and blue”, ma diversa nel sound, meno enfatico e ridondante di quest'ultimo, ma attento al particolare ed anche all'aspetto più intimo che la musica può offrire. Certamente un lavoro di cosi breve durata e composto di fatto da due soli brani non può originare un giudizio definitivo ma l'impressione ricavata da questo antipasto è comunque buona. Quindi nell'attesa di un lavoro più corposo, per ora accontentiamoci e... bentornata Lisa...


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Valentino Butti

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