Eccoci di fronte a un gruppo che riesce a fare del buon progressive strumentale, gradevole da ascoltare e assai fresco. Questo è un cd d'esordio ma, a parte qualche ingenuità che si sente in alcune soluzioni melodiche, non ci sono grossi difetti (anche la registrazione è buona!). Il disco, peraltro abbastanza breve, scorre via come un fulmine, sulle ali dei due violini elettrici che fanno spesso la voce grossa. La mancanza di una chitarra nel gruppo non si avverte più di tanto, poiché i sopracitati violini e la sezione ritmica riescono a colmare bene i possibili vuoti. Lo stile del gruppo è assai personale: ho notato dei pezzi alla Deus Ex Machina e qualcosa dei Jethro Tull, ma il grosso del lavoro è una interpretazione personale del progressive italiano degli anni '70. Un buon esordio per questi giovanotti, che tra l'altro, hanno anche avuto l'onore di aver suonato per Dario Fo.