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ASHTAR Urantia Rock Symphony/Musea 2002 BRA

Un lavoro a dir poco eclettico quest'esordio degli Ashtar. In un mix preponderante tra Prog sinfonico e folk celtico, dalle sonorità molto delicate e caratterizzate da un leggiadro cantato femminile, si inseriscono spesso momenti di death e thrash metal, con inserti cantati alla uomo-lupo e ritmiche impazzite. Non si tratta mai di parti che durano un'intera canzone ed il risultato è come un improvviso pugno allo stomaco. Il risultato è piuttosto controverso; già di per sé la parte del disco più normale dà adito a qualche critica: il cantato di Fernanda Mesquita, pur apprezzabile quanto a tonalità, vacilla talvolta ed anche la sezione ritmica non può certo essere definita impeccabile... e a ciò si aggiunge una registrazione decente ma non esente da critiche. Ad ogni modo si tratta di musica carina ed elegante in cui s'inseriscono sovente tematiche e sonorità celtiche, con violino e strumenti a fiato tipici. Tutto ciò viene violentato, come detto, dagli inserti metal che irrompono improvvisi e violenti, poco consoni al tono generale dell'album. Sicuramente essi contribuiscono all'originalità di questo gruppo la cui prova può ad ogni modo essere definita brillante, anche se non eccelsa; il giudizio generale tuttavia non può elevarsi al di sopra di una risicata sufficienza.

 

Alberto Nucci

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