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ALHAMBRA Temporale Flyagaric! 2005 ITA

Nella realizzazione di "Temporale" risultano coinvolti ben undici artisti: basti tale dato a far capire come Alhambra sia eminentemente un’attitudine prima ancora che un’entità musicale. Più che da un gruppo aperto, questo disco sembra dunque partorito da una vera e propria comune socioculturale, magari una di quelle che si svilupparono in Germania negli anni '70. Il riferimento non è casuale, giacché Andrea Monetti è qui riuscito a coinvolgere quel Chris Karrer che, con i suoi Amon Düül II, ha marchiato a fuoco il peculiare sound di un certo periodo.
Rispetto al precedente "Luna Nova" si riscontra un maggior approfondimento delle tematiche psichedeliche, mentre gli accenti progressivi rimangono un po’ in secondo piano. Prova ne sia che le tastiere fanno capolino solo in rare occasioni, e il loro ruolo è quello del sottofondo ("Immobile tra gli alberi", "Swan") o, per contro, quello della pura avanguardia ("DS Pallas", "Yeti meets mushroom"). La ricetta compositiva è dunque abbastanza costante: su una tenue base ritmica vanno a porsi delicate stratificazioni chitarristiche; ciò funge da ideale substrato per i preziosi ricami flautistici di Monetti e per gli obliqui cantati della new entry Marina Girardi, vocalist dal timbro interessante e dalle buone capacità interpretative. Ma Alhambra non ama l’ovvio, e per esprimere ciò che ha dentro non si fa problemi a usare lo scacciapensieri ("Dicembre") o il didjeridoo ("Venere in pesci"), eppure il tutto suona fresco e gradevole, mai forzato. Merita un’attenzione particolare la già citata "Yeti meets mushroom" che, coi suoi 12 minuti, è nettamente la traccia più dilatata del lotto: vi si respira al meglio quell’atmosfera da jam improvvisativa tanto cara alla band e, oltre alle lunghe note del synth di Monetti, risaltano anche la chitarra e il sax di Chris Karrer. Ne vien fuori un qualcosa di parecchio sperimentale che flirta pure col Canterbury oltranzista.
Calmi e sereni, eppure articolati e pieni di vita, gli Alhambra non possono non piacere a chi ha amato, e ama tuttora, un certo tipo di messaggio. Musicale, ma non solo...

 

Francesco Fabbri

Collegamenti ad altre recensioni

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