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ALSO EDEN About time autoprod. 2006 UK

Il new Prog in Inghilterra non è morto ma vivacchia nel sottosuolo grazie a gruppi come questo che, a prezzo di sacrifici e con gratificazioni pressoché inesistenti, portano avanti un sound che per lo più appare ormai datato ma che occasionalmente può far piacere sentir rivitalizzato, quanto meno come operazione frutto di nostalgia e di passione. IQ, Pendragon, Jadis, Abel Ganz… tutti gruppi che probabilmente sono ben presenti ai membri degli Also Eden, band di per sé non proprio giovanissima che giunge al suo primo CD dopo diversi anni di gavetta e che si gioca questa carta in maniera abbastanza positiva, con un album registrato più che decentemente (il mixaggio è un po' ruspante ma questo non disturba poi molto) e con un set di cinque canzoni dal minutaggio abbastanza elevato che ci riportano indietro di vent'anni buoni. Questo quintetto, in formazione classica, di Cheltenham, fondati dal cantante Huw-Lloyd Jones e dal tastierista Ian Hodson, ci propongono quindi un new-Prog di stampo classico, con gli ormai altrettanto classici assoli di tastiere stile primi Marillion, atmosfere che oscillano dal sognante a pezzi dalla ritmica più sostenuta… ma il tutto senza mai sforare in ambiti troppo easy listening. Forse l'unico brano un po' più orecchiabile, con ritornelli e quant'altro, è proprio il più breve del lotto, "Pandora", di appena sei minuti. E' comunque vero che talvolta, nei momenti più ritmati, la batteria produce tempi un po' banali, ma ci consoliamo con i 13 minuti e passa di "For bumble", tipicamente in stile anni '80, o coi 12 di "The enemy between", dalle belle variazioni di atmosfera e con momenti musicali interessanti. Chiusura affidata a "Children of the night", un brano che tratta il tema della prostituzione minorile e che presenta toni drammatici; carino comunque… belle armonie e carica emotiva a punto. Un album dunque gradevole, ancorché non certo originale e nemmeno artisticamente trascendentale; "About time" si fa ascoltare volentieri, scorre via bene pur senza troppi compromessi pop… e la sua lunghezza non è neanche eccessiva (poco meno di 50 minuti). Non mi ci soffermerei più di tanto ma perché comunque lascia il tempo che trova, ma si tratta di un gradevole debutto.

 

Alberto Nucci

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