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APHELION Franticode Lizard 2008 ITA

Guardando il retro della confezione del cd, la prima cosa che salta all’occhio, scritta al centro in maiuscolo ed in colore rosso, è il nome di Derek Sherinian. Il tastierista noto agli appassionati soprattutto per i suoi trascorsi nei Dream Theater ha infatti curato il mixaggio di quest’esordio dei trevigiani Aphelion, che, a quanto pare, vogliono (giustamente) sfruttarne un po’ il nome e la fama. Speriamo che questo gli permetta di ricevere un po’ di visibilità, perché, presenze celebri a parte, il loro cd intitolato “Franticode” è davvero un album di buona fattura. Contiene sette composizioni strumentali, giocate principalmente sull’abilità tecnica dei musicisti. Il quartetto punta su un progressive potente ed orientato verso la fusion, un po’ come lo stesso Sherinian ha fatto con alcuni suoi progetti e inevitabilmente scattano paragoni anche con i Liquid Tension Experiment. I ritmi sono sempre spediti guidati dalla solida coppia basso-batteria formata da Sebastiano Pozzobon e Enrico Pintonello, le chitarre di Matteo Gasparin puntano spesso su assalti sonori energici molto vicini a certo metal, ma sono anche pronte a lanciarsi in solos più ricercati; a stemperare il tutto, con fughe jazzistiche e qualche influenza classicheggiante ci sono infine le tastiere di Alessandro Bertoni. Il disco fila liscio senza eccessi: non vi troviamo virtuosismi sterili o lungaggini noiose e i musicisti sono stati abili a non cadere nel tranello dell’autoindulgenza. E’ particolarmente apprezzabile l’equilibrio trovato negli intrecci tra chitarra e tastiere, che riescono sempre a mantenere questo sound compatto e robusto, senza mai appesantire l’ascolto, grazie a pause che arrivano nei momenti più opportuni, a riff intriganti e a passaggi più raffinati eseguiti con gusto. Altri punti a favore di “Franticode” sono i suoni ovviamente pulitissimi e la copertina fantasy di immediata presa. In fin dei conti si tratta di uno di quei lavori che, paradossalmente, hanno il loro unico difetto nell’essere così “perfettini” e precisi che sembrano puntare quasi esclusivamente sulla forma. Invece di sostanza ce n’è tanta: la proposta prog-fusion degli Aphelion affascina e sicuramente chi apprezza il tipo di sound su cui hanno puntato gradirà non poco.

 

Peppe Di Spirito

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