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AAEN ANIMA Aaen anima 2 autoprod. 2008 CZE

Questo secondo album degli Aaen Anima, gruppo ceco nato nel 2002 e con alle spalle diversi EP (oltre all'unico full-length pubblicato finora, "Aniline Harp", del 2003), è stato stampato nel 2008 come album unico mentre nel 2009 viene rieditato come doppio EP (evidentemente la band deve amare particolarmente questo formato visto che, esclusa quest'ultima prova, ne ha pubblicati già 7). Il primo dischetto, "Pýcha a Svéhlavost", contiene l'omonima traccia dal vivo della durata di circa 12 minuti, mentre il secondo contiene due brani della durata di 13 e 15 minuti rispettivamente, "Nikdy nepředcházejí" e "Pád". L'intento del gruppo è quello di creare musica sperimentale, dal taglio avanguardistico, che tocchi i territori del doom, del prog, del brutal folk e del jazz. Vi anticipo che tutta la produzione degli Aaen Anima è disponibile gratuitamente sul loro sito, quindi potrete togliervi qualsiasi curiosità attraverso un ascolto diretto. In effetti questa combinazione di stili assai diversi non può che destare una certa curiosità e l'idea non sarebbe poi tanto malvagia, purtroppo però la realizzazione di questo lavoro è a dir poco artigianale e la musica ha quasi il sapore di quei vecchi nastri magnetici registrati clandestinamente in epoca sovietica e che venivano spacciati al mercato nero. Fruscii, equalizzazione raccapricciante e suoni da vecchia cassetta mezza smagnetizzata sono il condimento di queste tracce minimali al massimo, estremamente dilatate e dall'esecuzione incerta e traballante. Il gruppo stesso è minimale ed è costituito da due soli elementi, Aaen alla voce (o al growl per essere più precisi) e alla chitarra, elettrica ed acustica, e Saaashky alla chitarra acustica e al violino. Non nascondo che l'idea di base sia interessante e per certi aspetti ritrovo quel clima fra l'horror ed il gotico che ha fatto la fortuna delle produzioni di Ivan Rozmainsky dei Roz Vitalis; c'è però da dire che il progetto musicale dovrebbe essere sviluppato con maggior cura, a partire dalla registrazione stessa che lascia molto a desiderare. Se una canzone deve mirare soprattutto a creare certe atmosfere, allora ci si dovrebbe concentrare maggiormente sui suoni e sui particolari, mentre questo lavoro appare al contrario piuttosto sciatto. Prevalgono i suoni arpeggiati della chitarra acustica, è totalmente assente la batteria, mentre la voce è qualcosa che spunta qua e là dalle tenebre più oscure come una specie di lamento schiacciato sullo sfondo, essendo questa registrata a volume un tantino più basso rispetto alla base strumentale. Il violino è usato con molta parsimonia e sicuramente un suo impiego più estensivo gioverebbe alla dinamica dei pezzi. Vedo questa musica come dei rami spogli e rinsecchiti che soffrono mortalmente sotto la brina e che potrebbero però fiorire col tepore della primavera. Questo per dire che c'è sicuramente del potenziale in questa musica e in queste idee che comunque rimane purtroppo miseramente inespresso. Spero di vedere presto un nuovo album degli Aaen Anima che renda giustizia alla loro arte.

 

Jessica Attene

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