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ANCIENT VISION Lost at sea Musea 2008 USA

Non possiamo sicuramente accusare gli americani Ancient Vision di presenza frequente nel mercato discografico progressive (esiste?). Se pensiamo che si sono formati 25 anni fa, che il primo album ”The vision” è del 1991 e che il successivo “Focus or blinders” è del 1993, capirete che questo “Lost at sea” giunge quasi inaspettato dopo 15 anni!!
E’ un album molto piacevole però e, dunque, ci auguriamo di non dover aspettare altri tre lustri prima di vedere pubblicato un nuovo lavoro di questi “signori” americani.
“Lost at sea” è un concept basato sulla confusione che regna nel mondo contemporaneo, fra lotte per il potere, sia esso politico o religioso, sullo sfondo di un pianeta sempre più inquinato. Storia trattata in modo più che esaustivo nel booklet, che si avvale inoltre di una bella copertina vagamente à la Roger Dean.
Le 4 parti della storia sono divise in ulteriori 8 titoli in cui aleggia un flavour “tulliano” (non eccessivo peraltro) nella voce di Thomas Hook ed una chitarra (Thomas May) che talvolta ricorda “Lancillotto” Barre.
Malgrado ciò il suono è molto fresco e anche moderno, ingentilito dalla bella voce di Susan Harp (ospite del progetto), dalle pregevoli costruzioni sinfoniche articolate dalle tastiere e dalla chitarra senza per fortuna eccedere in barocchismi stucchevoli.
Ecco, la semplicità nell’approntare le varie parti melodiche è il punto di forza della band.
Semplicità ma non superficialità, attenzione. Numerosi sono infatti i momenti in cui si possono scorgere preziosità notevoli come un mandolino pizzicato, un inserto di sax inaspettato, variazioni folk ed intermezzi più tirati.
Veramente dei bei mix. Fra tanta omogeneità, segnalerei comunque la suite iniziale “Snow falls into winter” come “must“ dell’album e come manifesto della band contenendo tutte le suggestioni prima ricordate.
Una piacevole scoperta. Davvero.

 

Valentino Butti

Collegamenti ad altre recensioni

ANCIENT VISION The vision / Focus or blinders 1991/1994 

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