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ARIESTA BIRAWA Vol. 1 Serimpi 1973 (2006 Shadoks) INDN

Ristampa interessante, dal punto di vista storico e culturale, per questo album che, nella sua versione originale in vinile, rappresenta una rarità assoluta. Purtroppo la versione su CD non ci offre note biografiche né critiche, ed è un vero peccato, anche perché l'importanza storica di questa release è senza dubbio superiore alla qualità assoluta della musica. Siamo agli albori della scena progressive rock indonesiana, anche se una pietra miliare, come quella realizzata dagli Shark Move, era stata già deposta ben tre anni prima. Quello che ci offre questo terzetto (come si può dedurre dalla foto in copertina) è un grezzo e naïf hard prog a tinte psichedeliche con qualche contaminazione etnica locale che dimostra l'assoluta dipendenza dai modelli britannici della giovane scena rock fiorita a quelle latitudini. A dire il vero un repertorio totalmente rock oriented non era poi così scontato in Indonesia, dove la maggior parte dei musicisti mainstream offriva produzioni molto melodiche. Un certo tocco di esoticità viene donato a queste canzoni, che si muovono fra il beat e la psichedelia, sicuramente dal cantato in lingua madre ma anche da qualche contaminazione musicale, come già accennato. La graffiante traccia di apertura, "Si Ompong" ci ricorda, con le sue sinuosità percussive e le parti di chitarra, Santana. Troviamo nel medesimo pezzo bei tappeti di Hammond con parti solistiche che non mozzano il fiato ma che sicuramente sono apprezzabili. Tutte le tracce sono di breve durata e scorrono velocissime, risultando di estrema gradevolezza, anche se piuttosto ingenue. La successiva "Masa Depanmu" si mette in evidenza per il synth che ha quasi il suono di una zampogna, molto squillante e che stona quasi rispetto all'intonazione romantica del brano. Più movimentata è "Minggu Pagi", con belle parti vocali ed accattivanti reminescenze Beatlesiane. "Senyumlah Sayang" colpisce per le graziosi parti di flauto con una delicata base di Hammond alla Procol Harum. "Will Never Die" è l'unica traccia in inglese e presenta delicati intarsi sinfonici, con un intrigante intermezzo centrale a tempo di valzer. L'ultima traccia, "Di duna yang lain" è quella che mostra più marcate influenze locali con percussioni tradizionali e cadenze vagamente indiane. La band ha avuto pochissima fortuna e si è sciolta subito dopo la realizzazione di questo suo primo ed unico album. Disco consigliato più che altro a chi vuole approfondire la scena indonesiana.


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Jessica Attene

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