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ARC Church DiN Productions 2010 UK

L’uscita di quest’ultimo disco del duo Ian Boddy-Mark Shreeve, alias ARC, è un evento alquanto speciale che suggella una collaborazione che dura ormai da oltre un decennio, attraverso un’intensa esibizione live avvenuta presso la chiesa di St. Mary in Philadelphia il quattordici novembre del duemilanove, in occasione del festival di musica elettronica ed ambient The Gatherings. Gli ARC negli ultimi anni sono stati un progetto chiave per la combinazione di elementi di musica elettronica analogica e digitale, una fusione di impressioni cosmiche, sonorità vintage ed ultramoderne che rappresentano per molti aspetti anche uno dei maggiori pregi della label di Ian Boddy. La stessa location in cui si è tenuto questo concerto rievoca l’esibizione dei Tangerine Dream tenutasi nella cattedrale di Coventry durante l’autunno del 1975... e le sensazioni inequivocabilmente si collegano ad un modo di intendere la musica che trascende gli aspetti strettamente tecnici per trovare la sua vera essenza in un misticismo cosmico che è anche allo stesso tempo uno sguardo verso il futuro dell’essere umano e consapevolezza verso gli infiniti spazi esterni in cui è immerso il nostro piccolo e fragile pianeta Terra, quindi noi stessi. Il titolo “Church” rievoca ovviamente la sacralità della chiesa di St. Mary ma è anche un riferimento alle più avanzate “chiese” della tecnologia moderna, come è possibile intuire dalla ipertecnologica cover del cd che sembra raffigurare proprio una tenebrosa rampa di lancio... Il clima del concerto è quello delle grandi occasioni e lo si percepisce dall’entusiasmo del folto pubblico presente, Ian Boddy del resto ha avuto già modo di farsi conoscere presso il pubblico americano del The Gatherings con altre quattro precedenti esibizioni, l’ultima delle quali in coppia con Robert Rich. Il pezzo che apre il concerto ed il cd, la monumentale omonima suite di ventuno minuti “Church”, riecheggia in maniera coinvolgente i Tangerine Dream di “Atem” e “Ricochet”, con grande utilizzo del mellotron ed un sinfonismo elettronico dai tratti solenni, cosmici e gotici; la resa acustica della chiesa è davvero eccellente e risalta alla perfezione le più aggressive e pulsanti ondate elettroniche dei sintetizzatori e dei sequencers come anche i momenti più distesi e sognanti... Dopo essere stati volentieri sopraffatti dalle strutture gotiche di “Church” il clima del concerto si rilassa sensibilmente attraverso i paesaggi alieni e le melodie soffuse di “Bliss Plane”, con qualche reminescenza delle melodie synth-pop anni ottanta più gelide ed oscure, come avviene anche nella drammaticità quasi romantica di “Veil”, ed una presenza ritmica che ammicca alle tendenze più minimal; la progressione techno-robotica di “Torch” sicuramente renderebbe fiero Richard Pinhas mentre con “Falling Through to Rapture”, un’altra lunga suite che riprende in chiave del tutto nuova il pezzo di chiusura del precedente lavoro degli Arc, “Fracture”, si chiude con grande classe un concerto memorabile nonchè rara occasione per poter ascoltare dal vivo insieme due grandi veterani della musica elettronica britannica.



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Giovanni Carta

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