Home
 
ASTRAL Mundo perdido, mundo prohibido autoprod. 2012 SPA

I valenciani Astral si formano nel 2009 per iniziativa del chitarrista Rafael Such e del tastierista Héctor Sierra, entrambi ex Juicio de Dios. Poco dopo entrano in formazione l’ex bassista dei Tio la careta Javier Plazas, il cantante José Cebrián (che ad oggi è anche il vocalist dei Leithian), il secondo chitarrista Rubén Albaladejo dai Sigma Cerio ed il batterista Fran Carrasco.
Un sestetto che a parole esegue prog metal, nella pratica è invece autore di un power metal spesso melodico che può vantare delle ritmiche figlie dalle conoscenze che evidentemente i musicisti devono avere nel mondo prog, tenendo presente che non esiste solo lo stereotipo dettato dal power teutonico. Ma da qui a definirlo progressive ce ne passa…
Probabilmente la finale “El Momento De La Verdad” è quella che maggiormente può essere meglio inquadrata nel prog metal, ma per il resto di tutto l’EP si può ascoltare un godibilissimo power che si snoda per un totale di cinque pezzi (compresa la classicheggiante intro strumentale) ben arrangiati e che magari avrebbero bisogno di suoni un po’ più nitidi. Un brano come “Tiempo De Esperanza”, con il suo refrain, non può non trasmettere sensazioni positive ed esaltanti, così come l’assolo neoclassico della seguente “Eterna Luz” o l’inizio maideniano di “Pacto De Cristal”. In effetti, a rifletterci su un attimo, lo spagnolo si conferma ottimo per certe sonorità, confermando la grande musicalità delle lingue di origine latina (ricordiamoci che l’inglese, nonostante tutto, ha delle radici profonde nella lingua dei Romani ed anche dei Normanni francesizzati…); ma questa lingua iberica, grazie anche alla sua liaison, sembra fatta su misura per le narrazioni su ritmiche dure ed epiche, sfruttando la teatralità insita nel linguaggio stesso.
Insomma, chi a priori bolla il metal in quanto musica blasfema può evitare questo lavoro; non avrebbe per nulla senso spendere soldi comprando fiammiferi e combustibile per l’ennesimo rogo purificatore! Chi invece apprezza anche altre cose, un ascolto glielo dia pure. Come detto, il gruppo di Valencia trasmette buone vibrazioni e se qualcuno si decidesse a rilassarsi un attimo potrebbe essere un discreto viatico di distrazione. Ma siete avvisati: si tratta di power metal (per quanto melodico, spesso sinfonico e con buon controtempi, un po’ nello stile dei primi Angra), non certo prog metal. Per quanto riguarda il prog puro… beh, nemmeno apriamo l’argomento!


Bookmark and Share
 

Michele Merenda

Italian
English