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AZIGZA Azigza Lionharp 2000 USA

Non sono molti i gruppi che vengono inseriti nella categoria Prog e che risultino altresì legati e influenzati dalla World Music, per lo meno oggigiorno. Gli Azigza sono comunque uno di questi: la loro musica ha in comune col Prog comunemente detto sonorità spigolose e sinfonicamente crimsoniane nonché una costruzione dei brani piuttosto complessa (pur in assenza di suite o brani di respiro particolarmente ampio), ma in generale la loro musica presenta sonorità che oscillano tra il mediorientale, il celtico e la musica indiana (americana). L'onnipresente cantato di Cyoakha Grace è eccellente, anche se un po' troppo invasivo e ripetitivo a volte, ma le vere protagoniste di questo disco sono le percussioni di vario tipo che cesellano continuamente la musica del gruppo, in cui si notano comunque gli utilizzi di molti strumenti etnici. Il risultato potrebbe apparire come un polpettone, ma in verità trovo il disco abbastanza piacevole e stancante solo un po' alla lunga. I 9 brani sono tutto fuorché ripetitivi, variando da situazioni più d'atmosfera a brani tirati, da pezzi in cui predomina una tendenza (o una parte del mondo, parlando di World Music) a situazioni quasi opposte; è il caso della breve "Ratzinitza", che inizia con sonorità celtiche e poi sfocia incredibilmente ma in modo naturale, in sonorità mediorientali. Un buon disco in definitiva: un gruppo che ricorda un po' i connazionali Kopecky o i nostrani Indaco e che vi consigliamo di sperimentare.

 

Alberto Nucci

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