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BEGGAR'S OPERA Waters of change Vertigo 1971 (Line 1989) UK

Correva l'anno 1971 quando l'etichetta Vertigo pubblicava il secondo lavoro di questo gruppo inglese, purtroppo destinato a sciogliersi nel 76 dopo aver pubblicato sette album di alterna qualità. Il gruppo, composto Alan Park (tast), Rick Gardener (chit), Marshall Erskine (bas), Raymond Wilson (bat) e Martin Griffiths (v), propone un tipo di Progressive che ha come caratteristica peculiare la predominante presenza dell'organo Hammond, vero e proprio strumento guida che tende, in questo caso, ad assurgere a protagonista, relegando gli altri strumenti in ruoli più dimessi, pur non arrivando a soffocarne completamente gli estri. In detto contesto, i riferimenti al Prog romantico sono praticamente assenti e lasciano il posto a sonorità accostabili, per certi versi ai NICE, EL&P (con le dovute distanze), DEEP PURPLE e forse anche a certi temi cari agli URIAH HEEP. Ci troviamo dinanzi ad un'opera che, pur non presentando vertici irraggiungibili, mantiene un livello compositivo buono, ben espresso dalla discreta tecnica esecutiva dei musicisti tra i quali spicca A. Park, vero motore sonoro della band, e perennemente impegnato a tessere trame sonore che tralasciano il virtuosismo fine a se stesso per costruire un telaio robusto sul quale si regge l'intero lavoro del gruppo. Svettano all'interno del disco (recentemente ristampato su CD) almeno un paio di pezzi: "Festival", giocato su continui cambi di tempo, e "Time machine" che, pur essendo abbastanza semplice nella linearità strutturale, possiede spunti decisamente validi ed estremamente gustosi. Un disco da consigliare con assoluta tranquillità a tutti gli appassionati del Prog 70 che, pur non facendo gridare al capolavoro assoluto, resta un'opera di buona qualità a distanza di 22 anni. Dopo il 1974 i nostri saranno costretti ad emigrare in Germania, per sciogliersi, come detto, di lì a tre anni.

 

Marco Catalano

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