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BAALBEK Fata Morgana Record Runner 2002 ARG

Il paragone più immediato che mi viene da fare per l’album di debutto di questa band di La Plata scomoda niente meno che gli Happy The Man, anche se, rispetto a questi, la musica si muove in minor misura su territori sinfonici e canterburyani. Le 13 composizioni strumentali si sviluppano dinamicamente, su ritmiche quasi sempre sostenute; la coralità degli strumenti non viene mai abbandonata, pur lasciando talvolta l’iniziativa a questo o a quello, senza comunque che uno prevalga sull’altro quanto a protagonismo o che, al contrario, essi risultino ingabbiati in qualche rigido recinto. Dicevo degli Happy The Man, riguardo alle somiglianze, ma è d’uopo aggiungere anche la Mahavishnu Orchestra, specie nei momenti più tirati in cui ci si sposta maggiormente in ambito fusion, e i Minimum Vital. L’album si mantiene in modo piuttosto lineare per tutta la sua lunghezza piuttosto in equilibrio tra un Prog sinfonico dalle sonorità neo (non parliamo di new-Prog tuttavia!), il funky e, appunto, la fusion, con riff mozzafiato che riescono nel non facilissimo compito di non stancare l’ascoltatore; pur in presenza di buone composizioni, sappiamo che questo richio è sempre dietro l’angolo, anche (specialmente?) per gruppi che, fin dal primo secondo, assalgono le nostre orecchie con un bombardamento sonoro massiccio e martellante. I Baalbek peccano solo in qualche melodia un po’ troppo easy, ma bisogna dire che comunque anche queste vengono eseguite con buona ispirazione e senza scadere in banalità. Si tratta, lo avrete capito, di uno dei migliori dischi che l’Argentina ci abbia proposto negli ultimi anni e senz’altro una proposta interessante da ascoltare tutto d’un fiato.

 

Alberto Nucci

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