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LOS BARROCOS Sin tiempo ni espacio DiscJockey 1974 (Viajero Inmovil 2006) ARG

Interessante operazione di recupero di un album divenuto nel tempo pressoché introvabile nonché molto ricercato dagli appassionati: si tratta dell'unico disco degli argentini Los Barrocos, riproposto, come nello stile della connazionale etichetta Viajero Inmovil, in una graziosa confezione cartonata che riproduce in piccolo le sembianze della vecchia confezione del vinile. Il gruppo si forma nel 1966 grazie a un gruppo di compagni di liceo e si stabilizza in una formazione a 5 nel 1970, iniziando una prosperosa carriera dal vivo. In questo periodo riescono a pubblicare una canzone ("Dualidad") nell'ambito di una compilation di musica beat. Risale al 1972 l'incisione di "Sin tiempo …", avvenuta tutta in un solo giorno, che viene pubblicato soltanto due anni più tardi. Nel 1975 il gruppo si riduce ad un trio ed incide un singolo per una compilation; la sua attività si arresta infine nel 1977. La particolarità del gruppo era quella di coniugare temi classici ad uno hard rock spesso piuttosto robusto, cosa che avviene anche grazie all'inserimento in formazione di un violinista, Héctor Boò Guerrero. Non si tratta tuttavia di una trovata particolare di questa formazione, dal momento che all'epoca molti gruppi argentini di rock amavano inserire elementi sinfonici nelle proprie composizioni. Le composizioni presenti nell'album comunque (non è presente alcuna bonus track) alternano momenti di rock tirato a pause acustiche, in cui il cantato, mai su note particolarmente alte comunque, si fa quasi sussurrato, sempre con la presenza discreta del violino che nell'economia della musica del gruppo aveva senza dubbio una grande importanza. La vocazione hard rock viene fuori a più riprese ovviamente, seguendo principalmente le tracce degli Zeppelin, con le loro brave escursioni R'n'B, ma l'anima latina viene sempre comunque fuori, quella vena melodica un po' triste che tutti conosciamo. Il risultato ci parla di un disco di cui attendevamo senz'altro la ristampa e che rappresenta una riscoperta obbligata per gli appassionati del rock sudamericano.

 

Alberto Nucci

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