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BLAST FURNACE Blast furnace Polydor 1971 (Long Hair 2002) DAN

Agli albori della scena prog danese circolavano, come accadeva nel resto della Scandinavia, una serie di band di matrice hard blues, ispirate alla musica di anglosassone che spopolava all'epoca un po' dappertutto: a questo folto sottobosco appartenevano anche i Blast Furnace che potevano fare leva sulle capacità vocali di un cantante inglese: Tom McEwan, che ricopriva il suo ruolo con potenza, da dietro le pelli. A parte il portentoso batterista/cantante il gruppo era costituito da altri tre membri di Copenhagen: Arne Würgler (basso e violoncello) proveniente dalla scena jazz ed ex membro dei connazionali Pan, Thor Backhausen (organo, piano e flauto) ed il diciottenne chitarrista Niels Vangkilde. Questo disco eponimo rimase l'unico pubblicato dal gruppo (a parte il singolo "Lister Duy Omkring Hjorner", aggiunto a questa ristampa su CD come bonus track) e a diritto può essere considerato come una delle produzioni più belle e significative dell'intera scena prog danese.
La miscela sonora forgiata in questa fornace è incandescente e ruvida, potente ma non priva di momenti sinfonici, anche se a prevalere sono le tinte hard blues. La voce di Tom è aggressiva come lo è il suo picchiare sui tamburi, di impatto ma preciso. Onnipresente è l'organo Hammond, elemento di grande spicco nel sound dirompente e caldo del gruppo. Le composizioni hanno una bella dinamica, grazie anche all'inserimento di begli assoli di flauto, come in "Ginger Cake", in cui si alternano fughe d'organo su ritmiche sinuose scandite dalle congas. Il pezzo si sviluppa in maniera travolgente e non è certamente l'unico episodio di questo tipo: sempre su questa scia è ancora da segnalare "Long Distance" per i bellissimi intrecci fra flauto, organo e chitarra. L'album non è tutto giocato su pezzi tirati, vi sono anche bei momenti di atmosfera, dalle sonorità soft e vellutate: in "Jaywalker", più cadenzata e bluesy, vi è un bell'uso della chitarra acustica e l'organo ci regala un assolo morbido ed oscuro nella parte centrale, ricca di atmosfera, in cui si fa sentire anche un piano gentile. Fra i pezzi più belli per le dinamiche esuberanti e lanciate dell'organo, che in questo caso ha davvero un feeling sinfonico, citiamo la centrale "Man Bites Dog", la traccia più lunga del lotto, con sette minuti circa di durata. L'album è interessante per il suo stile ricco e potente, ma comunque non grezzo con bellissime, anche se appena accennate, influenze sinfoniche e jazzate e se siete amanti delle sonorità hard blues Hammond-oriented sicuramente questa produzione fa al caso vostro.
Dopo lo scioglimento del gruppo, avvenuto a circa un anno di distanza della stampa del disco, i membri si trovarono altre collocazioni: Tom McEwan e Niels entrarono nei Culpeper's Orchard e suonarono nel loro terzo LP, "Going for a Song", Thor Backhausen si unì ai Delta Blues Band per un anno e poi finì anch'egli nei Culpeper's ed infine Arne collaborò col cantante Benny Holst, esponente della canzone politica.

 

Jessica Attene

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