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BOHEMIA Zrnko písku Panton 1978 (Supraphon 2008) CZE

Quando si pensa al prog cecoslovacco si parla sempre di Blue Effect o Flamengo ma ci si dimentica purtroppo di questo gruppo che prende vita proprio grazie ad alcuni membri di queste band fondamentali. I Bohemia hanno realizzato soltanto questo album, oltre a qualche singolo, ma la musica che ci hanno lasciato č di valore indiscutibile e vale sicuramente la pena scoprirla. Proprio la voce di Lešek Semelka, che lasciň allora i M. Efekt, alla soglia della pubblicazione di "Svitanie" (salvo poi ritornare all'ovile un anno piů tardi), caratterizza fortemente queste composizioni. Il suo stile espressivo ed il suo timbro ruvido creano un collegamento inevitabile con il gruppo madre che viene in mente grazie a passaggi melodici pregiati che ricordano strettamente album come "Svět hledačů". Ma i M. Efekt non sono sicuramente l'unico punto di riferimento e "Zrnko písku", che significa "granello di sabbia", si dimostra un'opera estremamente eclettica in cui si fondono le suadenti melodie del rock sinfonico a spigliati elementi di matrice jazz e a deliziosi richiami folk. Fra i membri fondatori del gruppo, che iniziň a prendere corpo giŕ nel 1975, troviamo accanto al giŕ citato Semelka, il sassofonista Jan Kubík ed il bassista Vladimír Kulhánek, provenienti proprio dai disciolti Flamengo e a questi si devono gran parte delle contaminazioni jazz rock. La line up č completata da altri personaggi di grande talento, certamente in grado di influenzare con la loro personalitŕ il sound complessivo dell'opera, come Michal Pavlíček alla chitarra, che ritroveremo nella line up dei connazionali Stromboli e a fianco del celebre Pražský Výběr, Pavel Trnavský alla batteria, Jan Hála, membro fondatore dei Mahagon, ai sintetizzatori e Michael Kocáb al piano, anch'egli legato ai Mahagon per aver partecipato a entrambi gli album (stampati rispettivamente nel 1977 e nel 1979) di questo eccellente gruppo. La traccia di apertura, "Chor minulych nohou v pruchodu Pasaz", emerge per le linee vocali incisive e per le fughe al piano elettrico; si presenta lineare e coinvolgente nella prima parte, con assoli di chitarra hard blues ed uno stile diretto, mentre nel finale sfoggia interessanti aperture jazz. Chitarra arpeggiata e flauto aprono con grazia "Zatisi peronnich listku", resa ancora una volta fruibile e godibile dal cantato di Semelka ma impreziosita dalle sequenze ricercate della chitarra, del piano e del sax per un pezzo che si mantiene in bilico fra tentazioni pop sinfoniche e tecnicismi comunque mai fini a sé stessi. La terza traccia, "Sen o snu", era quella che chiudeva il lato B del vinile e si tratta di una romantica e raffinata ballad che sembra costruita appositamente per la voce di Semelka. Sul lato B campeggiavano soltanto due pezzi, il primo dei quali č quello piů lungo dell'album, con i suoi nove minuti circa di durata: "Horke letni stmivani" č fra i pezzi piů interessanti con i suoi impasti jazz e folk e le sue melodie suadenti, impreziosite da un flauto dagli accenti vagamente mediorientali. "Milenci pred Pollockovym obrazem" chiude il disco in maniera altrettanto coinvolgente con sequenze vocali ricche di pathos ed i suoi impasti sonori eclettici e variegati che oscillano fra il jazz, il funky ed il folk. Rispetto ai giŕ citati M. Efekt mancano delle vere e proprie aperture sinfoniche ma non vedrei questo aspetto come un fattore negativo: sicuramente l'elemento di maggior pregio sta nel raggiungimento di uno stile abbastanza personale, seppure francamente debitore nei confronti dei gruppi di provenienza dei musicisti.
La ristampa č completata dalle tre coppie di canzoni che originariamente erano state pubblicate come singoli. Si tratta di canzoni piů semplici ed immediate, ideali in alcuni casi per guadagnarsi qualche passaggio radiofonico, ma questo č vero fino ad un certo punto, in particolare per un pezzo come "Co mi brání" o per il lento "Vina křídel", perché brani come il fresco e leggero "U studánky", con le sue cadenze fusion sudamericane, o come la pimpante "Návštěva ve zverexu", uno hard blues con passaggi di flauto aggressivi, sono meno semplici di quello che sembrano e rappresentano un'ottima scusa per chi possiede giŕ il vinile per accaparrarsi anche questa bella ristampa su CD.

 

Jessica Attene

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