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BAROQUE La fiaba della buonanotte Musea Parallèle 2008 ITA

Il mondo del rock progressive attuale abbraccia un campo talmente grande, che a volte si fa fatica ad inserire determinati gruppi in questo calderone.
Probabilmente una decina d’anni fa un’etichetta come la Musea non avrebbe mai pubblicato un disco così di confine, che all’apparenza ha veramente poco del rock progressive come noi di solito lo consideriamo, ma i tempi cambiano e come si considerano parte integrante di questo mondo le avanguardie più sperimentali si può cominciare ad integrare proposte musicali più leggere ma in ogni modo assai valide e godibili come questa.
I Baroque vengono da Torino e ci propongono, in questo esordio discografico, una miscela sonora che pesca moltissimo nei Queen, in determinate cose dei Japan e che riprende molto le atmosfere che hanno reso famoso un gruppo come i Bluvertigo dalle nostre parti.
I modelli musicali che ricordano non son certo quelli canonici per l’appassionato di rock progressive medio (che di solito ha i paraocchi al contrario, nel senso che se una cosa può piacere alla massa, ne prende le distanze a prescindere) ma se uno avesse la pazienza e la voglia di entrare dentro questa “Fiaba della buonanotte” potrebbe trovare tantissimi spunti interessanti.
Perché questo disco mi è piaciuto? Perché è suonato bene, ha delle trame sonore abbastanza interessanti considerando la base musicali dalle quali si parte e soprattutto si può ascoltare tranquillamente con persone che di solito fanno il vuoto intorno a te nel momento che provi ad avvicinarti allo stereo con uno dei tuoi cd preferiti.
Per qualcuno può essere un limite io invece trovo questo disco una buona chiave da inserire nella porta blindatissima per i non esperti del rock progressive canonico.
Di certo brani come “Batracomiomachia” come “Nera” come “Cenere” o le influenze pseudo-classiche di “scherzo in re minore” o “Operetta No 1 - la demoniaca” non lasciano indifferenti, ma tutto il cd, che è praticamente un concept, essendo i pezzi più o meno tutti collegati, ha qualcosa di positivo.
L’unico dubbio su produzioni del genere è proprio la scelta dell’etichetta. Determinate realtà che si rivolgono ad un pubblico più ampio rispetto a quello di nicchia del rock progressive necessiterebbero di un supporto di una major rispetto ad un etichetta indipendente e di nicchia.
Non si mette logicamente in dubbio la qualità e la professionalità delle produzioni Musea, ma la possibilità di poter garantire passaggi televisivi su circuito nazionale e concerti di un determinato genere è cosa che è preclusa all’etichetta transalpina. D’altronde se ce l’hanno fatta a sfondare gente come Negramaro, Vibrazioni o Bluvertigo, qualcosa da dire l’avrebbero anche i Baroque considerato che il target a cui interesserebbe questa proposta è praticamente lo stesso.
Una bella realtà emergente da seguire con attenzione.



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Antonio Piacentini

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