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BIG ROBOT Aquafit (feat. Conrad Schnitzler) Karisma Records 2009 NOR

Per certi versi è ormai da tempo diventato un luogo comune affermare che la Scandinavia (e la Norvegia in particolare) è terra di musicisti singolari quanto liberi da ogni schema, almeno dal nostro punto di vista puramente "mediterraneo". Questo disco d'esordio dei Big Robot arriva puntuale per confermare tale impressione: se il kraut rock e l'elettronica fanno da sempre grande tendenza nei circoli più alternativi, creativi ed intellettuali del rock, i Big Robot, trio norvegese composto da Per Sjøberg, Ollis Christensen & Joakim Langeland, hanno fatto un passo oltre i facili e stereotipati manierismi, forti un'attitudine musicale estrema e sperimentale, fuori dal tempo e dallo spazio, in grado di rappresentare con la loro musica un sogno-incubo tecno-analogico degno dei migliori seventies e perfettamente integrato nel nostro deragliatissimo ventunesimo secolo... con la graditissima collaborazione del vecchio ed inossidabile Conrad Schnitzler, qui presente come guida spirituale e coautore di diversi brani. Come definizione della loro musica i Big Robot preferiscono usare il termine "cosmic industrial", probabilmente in omaggio alla loro passione per formazioni colte e d'avanguardia come i Coil, anche se i nostri norvegesi rimangono sensibilmente più vicini al versante "cosmic" che al linguaggio rumoristico ed aggressivo della musica industriale. Detto questo, nei sessanta minuti di "Aquafit" l'unica traccia melodica vera e propria la possiamo trovare in "Coca Kohle", rilettura in chiave dub di "Coca", pezzo che Schnitzler aveva realizzato nel suo album "Con 3" (1981). Per il resto troviamo una serie di composizioni strumentali in cui il concetto di tempo ed armonia musicale si dilata a dismisura: in buona parte rielaborazione delle tecniche dell'elettronica primordiale (Morton Subotnick) e delle successive esplorazioni teutoniche ed ambientali, "Big Robot" è un intrigante ed intelligente esercizio di stile che ci proietta verso una dimensione "altra" ed inumana, con stimolanti suggestioni sci-fi vagamente retrò ed ancor più strani riferimenti ai Residents, specialmente in alcuni interventi vocali, nelle parti più oscure e grottesche del cd. Come potete immaginare "Aquafit" è un esperienza rivolta soprattutto ai superfreaks patiti di sonorità elettroniche ed ai cultori della sperimentazione più oltranzista sebbene, in questo caso, non propriamente innovativa o "moderna". Ovviamente i fan di Schnitzler non possono esimersi dall'ascolto di questo bel dischetto. A proposito, giusto per rinfrescarci la memoria: Conrad Schnitzler è stato 1/3 dei primi Tangerine Dream di "Electronic Meditation" (gli altri due ovviamente erano Edgar Froese e Klaus Schulze), fondatore dei Kluster ed autore di una lunga serie di album solisti, fra i quali i capolavori "Gelb", "Blaus" e "Con".



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Giovanni Carta

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