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BOSCH Bosch Token Boy Records 2009 USA

Appena ho notato che il batterista dei Bosch è Christopher Brown, membro degli ineffabili Random Touch, ho subito avuto il presentimento di trovarmi di fronte ad un lavoro in linea con il caos ipercinetico dei RT, nel bene e nel male: in realtà mi sono dovuto parzialmente ricredere, l’improvvisazione infatti rappresenta anche nei Bosch il nucleo della musica ma offre diversi spunti interessanti e singolari che fanno di questo progetto una realtà a parte. Insieme a Christopher Brown, impegnato alla batteria, percussioni varie, tastiere ed intermezzi vocali, troviamo il chitarrista-tastierista Charles Greenleaf ed il bassista Kevin J Sims; questi tre ragazzi hanno inciso il loro cd nel giro di quarantott’ore ed hanno creato uno strano e misterioso oggetto musicale, del tutto ostico e a tratti irritante ma con un’attitudine generale piuttosto intrigante. Nel bel mezzo del consueto clangore rumorista che spesso caratterizza buona parte di questo tipo di produzioni, si percepisce a tratti una vena fusion nient’affatto disprezzabile che riesce a dare un senso di originalità e profondità al marasma sonoro generale; in diversi momenti le sonorità si fanno invece più acide del previsto e la musica dei Bosch prende la forma di un’abbastanza assurda jam kraut-psychedelic-noise a metà fra i Faust ed i Butthole Surfers. Le atmosfere si dilatano, sono sempre più ipnotiche ed aliene, tanto da far sembrare la nebulosa raffigurata sulla foto di copertina assai meno fuori posto di quanto poteva sembrare all’inizio: in effetti il clima assurdo di questo cd è assai vicino alla fantascienza più visionaria, tra allucinati balletti robotici ed anarchia elettronica, velleità space rock e una vena di follia che pervade l’intera durata del cd. Come esperimento artigianale ed estemporaneo questo dei Bosch mi sembra discretamente riuscito, sempre tenendo conto che la musica di questo cd, del tutto improvvisata, non si può definire proprio un’esperienza “piacevole” nel senso più comune del termine... Anarchia e gusto per l’estremo sono infatti le chiavi per meglio apprezzare i Bosch!


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Giovanni Carta

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