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LUCIANO BASSO To tell AMS 2023 ITA

Parlare di un disco di musica “classica” non è semplice, soprattutto se ci si rivolge ad un pubblico che ha come riferimento il rock progressivo e tutte le sue multiformi sfaccettature. Il problema è che c’è una certa differenza tra il saper apprezzare un disco e scrivere un’opinione coerente su di esso. Fortunatamente, “To tell” è un disco classico in un senso molto ampio del termine e, pur non presentando sfacciati riferimenti progressivi, consente un approccio all’ascolto molto libero e rilassato e, di conseguenza, una certa libertà descrittiva.
Come spiega lo stesso Luciano Basso nel libretto del cd, le composizioni sono in gran parte originate da idee sviluppate nel corso degli anni e rielaborate per far parte dell’album. Queste sono basate tutte sul pianoforte, ogni tanto suonato a quattro mani e spesso accompagnato da flauto e/o violino. La melodia è la protagonista assoluta, esplorata attraverso le potenzialità del piano acustico tra l’alternanza di chiaroscuri, di momenti malinconici ed esaltanti, di momenti intensi ed altri quasi dimessi, col risultato che tutte le tracce sono molto varie. È assente il virtuosismo pianistico esasperato, mentre si predilige una sorta di minimalismo all’”italiana” portato alla ribalta da Ludovico Einaudi (in tracce come “Un respiro” e “Danzando 4”), spesso contaminato da brani dall’intento più evidentemente progressivo come “Luc-Art”, suonato a quattro mani anche a causa della sua struttura complessa fatta di accelerazioni e cambi di tonalità. A volte il minimalismo è esasperato sino a ridurre le note all’essenziale, come in “Remember”, o si sfoga per suonarle a cascata come in “Free fly 2”. Ci sono poi brani dove si passa da momenti intimisti ad esplosioni di note (“Folk song” e “Suoni di pace”) e c’è addirittura un richiamo al disco d’esordio di Luciano Basso in “’76”, riproposizione con un nuovo arrangiamento del “Preludio” posto in apertura di “Voci” (ma echi di “Voci” sembrano aleggiare qua e là in tutto l’album).
“To tell” è un disco che si discosta dal classicismo colto e accademico per cercare una sorta di accessibilità basata sulla ricerca melodica, sulla raffinatezza e su composizioni variegate, ciascuna delle quali ha una propria atmosfera e un proprio senso specifico, come i quadri di un pittore da assaporare da una mostra a tema. Da ascoltare con la mente aperta, per rilassarsi o per partecipare ad un viaggio musicale iniziato ormai quasi cinquanta anni fa.



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Nicola Sulas

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