Chi, come me, è un appassionato del prog sotterraneo dei Seventies, attendeva già da tempo la ristampa, più volte invano annunciata, di questo lavoro, per la precisione l'unico inciso in studio dalla band (esistono, oltre a questa, due incisioni postume dal vivo, riesumate nell'89 dalla Syn-Phonic). Malgrado la relativa irreperibilità del vinile originale, quest'album può essere giustamente considerato come un piccolo classico dell'underground prog statunitense. Seppur grezza e riconoscibilmente americana, la musica lascia affiorare preziose arie di chiara ispirazione genesisiana ed incantevoli suggestioni che vagamente potrebbero ricordare i Camel più vicini al Canterbury; il basso pulsante ha qualcosa degli Yes, il cantato, disprosodico, rincorre la ritmica anfrattuosa e frantumata della batteria. A veder bene l'opera è assai ricca di citazioni ma queste sono ben convogliate in un modus sonandi abbastanza originale. Il risultato, almeno apparentemente, non è nulla di appariscente o eclatante ma risulterà senza dubbio gradito a chi sa ascoltare.