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BUDDERFLY Budderfly Poseidon Records 2002 JAP

I Budderfly si potrebbero definire come lo sfogo rumorista di un gruppo di musicisti già attivi nel campo del jazz-rock più contaminato attraverso importanti esperienze come Sixnorth, Priority e Strings Arguments. Guidati da Hideyuki Shima, bassista e conduttore artistico del gruppo, con questo disco d'esordio i Budderfly danno una loro interpretazione personale al concetto di improvvisazione mediante una serie di brani interamente strumentali ed improvvisati, registrati dal vivo in un'unica sessione il 24 novembre 2002. Forte di una strumentazione interamente elettrica (basso, due chitarre e due batterie) il gruppo ha il pregio di non arenarsi in soluzioni musicali eccessivamente ermetiche o prive di una sostanziale comunicabilità ed i sette brani che compongono la scaletta del disco, a dispetto di un rigore formale avvertibile comunque nella concezione dell'intero lavoro, appaiono pienamente godibili all'ascolto. Certamente per accostarsi all'ascolto dei Budderfly bisognerebbe forse essere in qualche modo già preparati vista l'apparente mancanza di agganci melodici di facile presa in grado di risultare facilmente assimilabili ad un ascolto casuale e la naturale presenza di una sezione ritmica in piena libertà: nei settanta minuti del disco la musica affronta una costante metamorfosi che produce momenti di caos puro, oasi minimali e rarefazioni jazz (...in questo senso l'esperienza Priority dell'eccellente Takumi Seino mi pare evidente), psichedelia fulminante (il penultimo pezzo, "Planet Drum") e reminescenze crimsoniane (l'iniziale "Metamorphosis of the Budderfly"). Una simile proposta musicale in definitiva potrebbe allo stesso modo entusiasmare come annoiare al primo ascolto, personalmente i Budderfly hanno saputo intrigarmi non poco... spero possa valere la stessa cosa anche per voi!

 

Giovanni Carta

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