Classificare questo cd sotto la voce "Rock Progressivo Sinfonico", prego. Se amate il Prog italiano dei '70s, l'opera prima di questo gruppo giuliano (attivo ormai da alcuni anni: mi ricordo di un loro demo che recensii su un vecchio numero di Arlequins) può rappresentare un acquisto imprescindibile nel quadro delle produzioni di questi ultimi tempi. Echi di Orme, Banco, Alphataurus e varie altre entità musicali dello stesso genere e periodo si diffondono nell'aria lasciando suonare questo (purtroppo) breve cd, talvolta al limite del riferimento diretto (non parlo di clonazione però...), ma sempre tuttavia con un gusto squisito per le orchestrazioni sinfoniche, con ottimi tappeti di tastiere (si pensi anche ai primi Men Of Lake) che sovente tuttavia si ergono a protagoniste della scena. Purtroppo l'album ha però un paio di difetti, a mio giudizio: il primo è rappresentato dalla registrazione un po' piatta che non consente di primo acchito di apprezzare le spumenggianti esaltazioni sinfoniche della musica della CDL. In secondo luogo, mi pare che il cantato vada spesso un po' troppo fuori dalle righe, anche se il fatto che sia quasi sempre controtempo aggiunge un certo fascino al tutto. Peccati veniali? Sicuramente sì: il giudizio complessivo non si sposta da una più che apprezzabile sufficienza.